Fès, detta anche Fes o Fez (in arabo: فاس, Fās; in berbero: ⴼⴰⵙ, Fas; in francese: Fès, pronuncia francese e marocchino [fɛs]), è una città santa del Marocco, a 350 m s.l.m., nel fondo di una fertile vallata, capoluogo della regione di Fès-Meknès. La città vecchia è, per i suoi monumenti, i suoi mercati e le sue moschee, considerata uno dei centri più attraenti di tutto il mondo islamico.
Tra le maggiori città del Marocco, Fès è la più antica delle quattro Città imperiali e deve questo prestigio alla sua prevalenza politica secolare e all'importanza della sua antica università sulla cultura e sull'arte del Nordafrica musulmano.
Marocco 2005 / 2008 - Fotografie di Vittorio Zanini
Fes, Medina
Cartina della medina
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Fès città | |
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فاس ⴼⴰⵙ | |
Panoramica della medina (città vecchia) di Fès. | |
Localizzazione | |
Stato | Marocco |
Regione | Fès-Meknès |
Prefettura | Fès |
Territorio | |
Coordinate | 34°02′N 5°00′W |
Altitudine | 350 m s.l.m. |
Superficie | 320 km² |
Abitanti | 1 112 072 (2014) |
Densità | 3 475,23 ab./km² |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 30000–30206 |
Prefisso | 05356 |
Fuso orario | UTC+0 |
ISO 3166-2 | MA-FES |
Cartografia | |
Sito istituzionale | |
Bene protetto dall'UNESCO | |
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Patrimonio dell'umanità | |
Medina di Fez (EN) Medina of Fez | |
Tipo | Culturali |
Criterio | (ii) (v) |
Pericolo | Non in pericolo |
Riconosciuto dal | 1981 |
Scheda UNESCO | (EN) Scheda (FR) Scheda |
Indice
Storia
Si attribuisce l'avvio della fondazione, iniziata nel 789, a un discendente del profeta, di nome Idrīs ibn Idrīs (poi Idrīs I), morto nel 791, che in tarda età vi fissò la sua capitale. La città sorgeva sulla riva destra del fiume Fās (Wadi Fās) e da questa avrebbe desunto il suo nome. Il figlio Idrīs II completò invece la costruzione di un diverso insediamento, sulla riva sinistra dello stesso wadi, dandogli il nome di al-ʿĀliya (La Suprema) e fissò qui la capitale della sua dinastia nell'809.
Nell'812 degli andalusi cacciati dagli Omayyadi del Califfato di Cordova s'insediarono nella Fès di Idrīs I e i due gruppi svilupparono le due comunità sulle rive opposte del wadi, costruendo proprie moschee, mercati e fortificazioni. In seguito la dinastia degli Almoravidiunì i due insediamenti, le singole fortificazioni vennero abbattute e fu costruita una nuova cinta muraria. Anche se la capitale degli Almoravidi fu Marrakesh, Fès rimase una città di primaria importanza sotto la dinastia, tant'è che Yūsuf ibn Tāshfīn è considerato il secondo fondatore della città.
Anche i successori degli Almoravidi, gli Almohadi, mantennero la capitale a Marrakesh, ma ampliarono notevolmente Fès, e sotto il loro dominio la città divenne per un breve periodo (tra il 1170 e il 1180) la più grande del mondo, raggiungendo i 200.000 abitanti.[3] Nel 1250, con la presa definitiva dei Merinidi, Fès divenne nuovamente capitale, e nel 1276 il sultano Abū Yūsuf Yaʿqūb avviò le costruzioni di un nuovo insediamento chiamato inizialmente "Madīnat al-Bayḍāʾ" (la città bianca), presto cambiato in Fās al-Jadīd (Fès la Nuova) per distinguerla dalla preesistente Fās al-bālī (Fès la vecchia).
Agli inizi del XV secolo Fās al-Jadīd fu dotata di una mellāḥ (ghetto) in cui furono trasferiti gli ebrei della città. Gli ebrei convissero con i musulmani senza molte difficoltà, pur con qualche restrizione che sopravvisse fino all'avvento del protettorato: non potevano cavalcare cavalli o muli, né portare calzature all'esterno della mellāḥ. Poterono costruire le loro sinagoghe e i loro cimiteri, e solo negli ultimi anni emigrarono in massa (principalmente verso Casablanca, la Francia ed Israele), abbandonando case e beni, che i musulmani adibirono a loro abitazioni o a depositi e mostre di tappeti. Nella città rimangono circa 300 ebrei.
La città conobbe un particolare periodo di prosperità durante il regno del sultano merinide Abu al-Rabi Sulayman all'inizio del XIV secolo e sotto il suo successore Abu Sa'id Uthman II (che regnò dal 1310 al 1331), che fecero di Fès un centro industriale e commerciale. L'Università al-Qarawiyyīn crebbe in fama attirando i migliori docenti dell'Islam. Il tramonto della dinastia merinide segnò l'inizio del lento regresso di Fès.
Nel 1471 la città cadde nelle mani della dinastia dei Banu Wattas (o Wattasidi). Nel 1492 iniziò l'immigrazione in tutto il Marocco e soprattutto nella città di Fès degli ebrei sefarditi espulsi dalla Spagna, in seguito arrivarono anche molti ebrei in fuga dal Portogallo, l'immigrazione continuò fino al XVI secolo. Nel XVII secolo iniziò invece l'immigrazione dei moriscos musulmani espulsi da Filippo III di Spagna.
Distrutta in parte da un terremoto nel 1522, la città passò sotto i Sadiani e perse d'importanza a favore di Marrakech, divenuta la capitale, come pure di Meknès anch'essa successivamente capitale sotto il sultano alawide Mulay Isma'il. Ridivenne capitale nel XVIII secolo e rifiorì nuovamente. Nel 1912 col protettorato francese Fès perse nuovamente d'importanza anche se si ebbe un certo sviluppo di nuovi quartieri di aspetto occidentale.
Il governatore francese Louis Lyautey la dichiarò infatti città monumentale ma trasferì le funzioni politiche e amministrative a Rabat, ancora oggi capitale del regno indipendente dal 1956; Fès ha, quindi, nel contesto marocchino, un ruolo principalmente di città d'arte e dell'artigianato, conservando quello di capitale religiosa.
Geografia fisica
Territorio
Economia
La città deve affrontare gravi problemi di povertà e degrado, avendo registrato ampi movimenti migratori dalle zone rurali d'individui sottoccupati che vivono in condizioni misere, occupando le case lasciate libere dagli emigrati, in promiscuità e stipati nei locali, che formano oggi circa il 40% della popolazione. Una buona parte della borghesia e degl'intellettuali l'hanno abbandonata, preferendo le più moderne e ricche di opportunità Casablanca e Rabat.
Tradizionalmente è presente a Fès l'industria tessile con lavorazione del cotone e della lana, a cui si affiancano l'artigianato delle famose ceramiche blu, dei piatti di rame, dei lavori in cuoio con la concia delle pelli, del legno proveniente dalla vicina Foresta di Cedri ed il commercio.
Le lavorazioni artigianali sono fatte usando metodi tradizionali molto antichi; la visita guidata agli "opifici" è d'obbligo e si snoda in ambienti strettissimi, dove gli artigiani tessono con vecchi telai o fabbricano a mano uno per volta i mattoni poi essiccati al sole, oppure costruiscono piani per tavoli o decorano con mosaici a disegni geometrici. A far pensare quasi a un girone dell'inferno dantesco sono le concerie delle pelli, le fabbriche più antiche: secondo la tradizione sarebbero state costruite addirittura dal fondatore della città. Il turista viene munito prima della visita di un rametto di menta da tenere sotto il naso per attenuare il fetore che regna sovrano, e dall'alto del terrazzo di uno dei laboratori può osservare le vasche tonde o quadrate scavate nel suolo per la concia delle pelli o per la tintura, che risaltano per i colori diversi: all'interno delle une o delle altre sono immersi gli operai che provvedono alle operazioni. Generalmente tutti i laboratori artigiani dei vari tipi sono gestiti da cooperative anch'esse di antica formazione.
Altra fondamentale risorsa è il turismo, ed esistono alberghi di tutte le categorie, da quelli di lusso ai più modesti.
Monumenti
Fès è famosa per la sua medina, nome con cui gli europei indicano la parte vecchia delle città arabe, si tratta essenzialmente di Fās al-Bālī in cui si manifesta tutta la complessità di una città musulmana antica con le sue tortuose e strette strade, percorribili solo a piedi in cui i trasporti avvengono con gli asini carichi fino all'inverosimile che ingombrano i vicoli più stretti, fino a costringere i passanti a schiacciarsi contro le pareti. L'intrecciarsi delle strade è tale per cui i turisti sono consigliati di munirsi di guide ufficiali per non correre il rischio di perdersi. Ogni tanto si aprono slarghi o piccole piazze con mercati di ogni tipo. I negozi espongono nelle vetrine le merci anche più imprevedibili, anche dentiere, ma accanto ai prodotti occidentali ci sono prodotti dell'artigianato del legno, del metallo, del cuoio, ed anche botteghe artigiane dei più svariati mestieri. Nella medina è presente il mellah, l'antico quartiere ebraico, analogo al ghetto europeo.
Fra i monumenti notevoli la Medersa Madrasa Bu ʿInayna, con alloggio per gli studenti, fronteggiata da un orologio ad acqua e da un arco che scavalca la strada. Eretta nel 1350-57 dal sultano Abū ʿInān secondo i canoni architettonici di questo tipo di costruzioni, ha sulla sinistra del portale maggiore (in legno di cedro placcato in bronzo lavorato) una più modesta porta detta "degli scalzi", riservata ai visitatori che si dovevano pulire i piedi grazie ad una canaletta d'acqua che scorreva vicino, per non sporcare il luogo.
Tutti gli edifici del complesso si affacciano su un cortile il cui pavimento è ornato da marmo, onice, gesso e legno scolpito. Le porte degli edifici sono finemente decorate, i gradini per salire al piano superiore, sede degli alloggi, sono bordati in onice. Al seminterrato si trovano le aule, lungo un lato del cortile si apre la sala di preghiera, il cui ingresso è vietato ai non musulmani, e dall'esterno si può solo sbirciare il miḥrāb (nicchia che indica la direzione della Kaʿba, verso cui si deve rivolgere la preghiera) finemente decorato, le antiche vetrate e i capitelli.
Un'altra madrasa è quella degli ʿAṭṭārīn (profumieri), eretta dal sultano Abū Saʿīd ʿUthmān nel 1323-25: uno dei capolavori dell'arte merinide a Fès. La città ha molte moschee con relativi minareti, la più importante è la Moschea al-Qarawiyyīn(francesizzata Karaouine), ossia "Moschea degli abitanti di Qayrawān"), fondata nell'857 da Fāṭima, figlia di Muḥammad al-Fihrī, espatriato appunto da Qayrawān, più piccola in origine ma ampliata nel 1135-44. La Moschea è anche sede della più antica università islamica, con una biblioteca di antichi testi coranici ed è seconda per prestigio - insieme alla Zaytūna di Tunisi- solo ad al-Azhar del Cairo, fondata nel X secolo.
Al Palazzo reale è impedito l'accesso e di esso si possono solo vedere dall'esterno le porte dorate costruite fra il 1969 e il 1972, è un complesso di edifici, giardini cortili, composto da un serraglio, una moschea una medersa (madrasa) merinide del 1320 e una kubba: piccolo edificio cubico sormontato appunto da una cupola che custodisce il sepolcro di un personaggio stimato o venerato. In Occidente alcuni chiamano erroneamente la kubba col nome di marabut invece murābiṭ, o "marabutto", indica un sufi che si ritirava in un ribāṭ, sorta di eremo eretto in aree non abitate e spesso lungo i confini delle aree islamiche, per condurvi vita monastica di meditazione, difendendo al contempo la dār al-Islām, il territorio sottoposto alla legge islamica. Generalmente le kubba sono mèta di pellegrinaggi per ottenere la "baraka" cioè la "benedizione", la fortuna, la buona sorte.
Interessante è la cerchia delle mura che circonda insieme le due città ed è munita di torri e di pregevoli porte.
Infrastrutture e trasporti
La città di Fès è servita da due stazioni ferroviarie: Fes-Ville (che la collega a Rabat e ad altre città, come Casablanca e Marrakech) e Fes-Medina, e dall'aeroporto internazionale Fes-Saïss posto a circa 15 km a sud della città.
Amministrazione
Gemellaggi
Galleria d'immagini
Note
- ^ Fès, su Enciclopedia Treccani. URL consultato il 7 giugno 2017.
- ^ Marocco, su DeA WING. URL consultato il 7 giugno 2017.
- ^ The Report: Morocco 2009 (p.252), su Google Books. URL consultato il 7 giugno 2017.
- ^ Weather history for Fez, Figuig, Morocco: Fez average weather by month, su Meoweather. URL consultato il 20 luglio 2014.
Bibliografia
- Paul Clammer et al., Marocco, Torino, EDT/Lonely Planet, 2009. ISBN 978-88-6040-391-9.
- Guida di viaggio dedicata a Fès pubblicata da Tripwolf Italia
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Fès
- Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Fès
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