30/05/20

Italo Calvino, Prima che tu dica "Pronto” - La pecora nera


C’era un paese dove erano tutti ladri. La notte ogni abitante usciva, coi grimaldelli e la lanterna cieca, e andava a scassinare la casa di un vicino. Rincasava all’alba, carico, e trovata la casa svaligiata.

E così tutti vivevano in concordia e senza danno, poiché l’uno rubava all’altro, e questo a un altro ancora e così via, finché non si rubava a un ultimo che rubava al primo. Il commercio in quel paese si praticava solo sotto forma d’imbroglio e da parte di chi vendeva e da parte di chi comprava. Il governo era un’associazione a delinquere ai danni dei sudditi, e i sudditi dal canto loro badavano solo a frodare il governo. Così la vita proseguiva senza inciampi, e non c’erano né ricchi né poveri. Ora, non si sa come, accadde che nel paese di venisse a trovare un uomo onesto. La notte, invece di uscirsene col sacco e la lanterna, stava in casa a fumare e a leggere romanzi. Venivano i ladri, vedevano la luce accesa e non salivano.

Questo fatto durò per un poco: poi bisognò fargli comprendere che se lui voleva vivere senza far niente, non era una buona ragione per non lasciar fare agli altri. Ogni notte che lui passava in casa, era una famiglia che non mangiava l’indomani. Di fronte a queste ragioni l’uomo onesto non poteva opporsi. Prese anche lui a uscire la sera per tornare all’alba, ma a rubare non ci andava. Onesto era, non c’era nulla da fare. Andava fino al ponte e stava a veder passare l’acqua sotto. Tornava a casa, e la trovava svaligiata.

In meno di una settimana l’uomo onesto si trovò senza un soldo, senza di che mangiare, con la casa vuota. Ma fin qui poco male, perché era colpa sua; il guaio era che da questo suo modo di fare ne nasceva tutto un cambiamento. Perché lui si faceva rubare tutto e intanto non rubava a nessuno; così c’era sempre qualcuno che rincasando all’alba trovava la casa intatta: la casa che avrebbe dovuto svaligiare lui. Fatto sta che dopo un poco quelli che non venivano derubati si trovarono ad essere più ricchi degli altri e a non voler più rubare. E, d’altronde, quelli che venivano per rubare in casa dell’uomo onesto la trovarono sempre vuota; così diventavano poveri. Intanto, quelli diventati ricchi presero l’abitudine anche loro di andare la notte sul punte, a veder l’acqua che passava sotto. Questo aumentò lo scompiglio, perché ci furono molti altri che diventarono ricchi e molti altri che diventarono poveri.

Ora, i ricchi videro che ad andare la notte sul punte, dopo un po’ sarebbero diventati poveri. E pensarono: – Paghiamo dei poveri che vadano a rubare per conto nostro -. Si fecero i contratti, furono stabiliti i salari, le percentuali: naturalmente sempre ladri erano, e cercavano di ingannarsi gli uni con gli altri. Ma, come succede, i ricchi diventavano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. C’erano dei ricchi così ricchi da non avere più bisogno di rubare per continuare a esser ricchi. Però se smettevano di rubare diventavano poveri perché i poveri li derubavano. Allora pagarono i più poveri dei poveri per difendere la roba loro dagli altri poveri, e così istituirono la polizia, e costruirono le carceri.

In tal modo, già pochi anni dopo l’avvenimento dell’uomo onesto, non si parlava più di rubare o di esser derubati ma solo di ricchi e poveri; eppure erano sempre tutti ladri. Di onesti c’è stato solo quel tale, ed era morto subito, di fame.

Italo Calvino, Prima che tu dica "Pronto" - La pecora nera

29/05/20

Covid 19 tra ricchezza e povertà, Vittorio Zanini

Questa pandemia non ha fatto altro che riconfermare ed evidenziare la generosità dei poveri e l'egoismo dei ricchi: chi ha poco cerca di aiutare chi non ha più niente, mentre chi ha molto si approfitta di questa tragedia come un avvoltoio per arricchirsi ancora di più.

Vittorio Zanini

26/05/20

Zygmunt Bauman, Intervista sull’Identità


L’Identità non è scolpita nella roccia, ma è costituita da fattori cruciali, come le decisioni, i passi che si intraprendono, il modo in cui si agisce e la determinazione a tener fede a tutto ciò…Paul Ricoeur parla di memete ovvero di coerenza e continuità dell’identità nel tempo, il che diventa un problema per come questa viene concepita oggi.
Il problema attuale è che l’identità rappresenta qualcosa che va inventato più che scoperto, come il traguardo di uno sforzo, pertanto è qualcosa che è ancora necessario costruire da zero o selezionare tra offerte alternative.
Le comunità virtuali che hanno sostituto quelle naturali, creano solo l’illusione di intimità e una finzione di comunità. Non sono validi sostituti del sedersi insieme ad un tavolo, guardarsi in faccia, avere una conversazione reale. Nè sono in grado queste comunità virtuali di dare sostanza all’identità personale, la ragione primaria per cui le si cerca. Rendono semmai più difficile di quanto non sia già accordarsi con se stessi. Le persone camminano qua e la con l’auricolare parlando ad alta voce da soli, come schizofrenici, paranoici, incuranti di ciò che sta loro intorno . L’introspezione è un’attività che sta scomparendo. Sempre più persone, quando si trovano a fronteggiare momenti di solitudine nella propria auto, per strada o alla cassa del supermercato, invece di raccogliere i pensieri, controllano se ci sono messaggi sul cellulare per avere qualche brandello di evidenza che dimostri loro che qualcuno da qualche parte, forse li vuole o ha bisogno di loro...

Le donne e gli uomini del nostro tempo sono ossessionati dallo spettro dell’esclusione, hanno paura di rimanere soli, senza la prospettiva di qualcuno che li ami o li aiuti, patendo la mancanza del calore, del confort e della sicurezza sociale. Non c’è da meravigliarci che per molte persone la promessa di “rinascere” in una nuova casa calda e sicura come una famiglia rappresenti una tentazione cui riesce difficile resistere.
E’ vero si compone la propria identità (o le proprie identità) come si compone un disegno partendo dai pezzi di un puzzle, il problema è che il puzzle è difettoso e mancano alcuni pezzi. Ma al contrario di un puzzle comprato in un negozio, nessuna agevolazione è disponibile al momento in cui componi la tua identità. Il puzzle comprato in un negozio è orientato ad un obiettivo; si parte dal punto finale e incastri i pezzi insieme. Nel caso dell’identità tu non parti dall’immagine finale, ma da una certa quantità di pezzi di cui sei già entrato in possesso o che che ti sembra valga la pena di possedere e quindi cerchi di scoprire come ordinarli e riordinarli per ottenere un certo numero di immagini soddisfacenti. Fai esperimenti con ciò che hai. Il problema non è cosa ti serve per andare lì, per arrivare al punto che vuoi raggiungere, ma quali sono i punti che puoi raggiungere sulla base delle risorse già in tuo possesso o di quelle per ottenere le quali vale la pena che tu profonda il tuo impegno. Secondo Claude Lèy-Strauss è un lavoro da bricoleur…Un tempo ogni classe aveva i suoi percorsi di carriera, una traiettoria tracciata senza ambiguità. Definire l’identità come il compito e lo scopo di tutta una vita era un atto di liberazione. Oggi occorre per fare delle scelte, avere una tripla fiducia (in se stessi, negli altri, nella società). E’ indispensabile che la società sia un arbitro, non un giocatore come gli altri che tiene nascoste le carte e cerca di prendervi di sorpresa. Questa società è fluida, nel senso che non è in grado di mantenere a lungo una forma. Sembra di vivere in un universo di Escher, dove nessuno, in nessun punto, è in grado di distinguere una strada che porta in cima da una china discendente… essa fa pensare piuttosto ad un abile e impassibile giocatore di poker, particolarmente astuto, scaltro e ingannatore, che bara non appena ne ha la possibilità e non tiene conto delle regole ogni volta che gli sia possibile: un vecchio maestro dei sotterfugi, nella destrezza con cui sfida le aspettative e si sottrae alle sue promesse…Colleziona sensazioni, emozioni e le sensazioni sono per la loro stessa natura, fragili e di breve durata e altrettanto volatili delle situazioni che le hanno innescate. La strategia del carpe diem è una risposta a un mondo svuotato di valori.
La storia moderna è stata ed è ancora uno sforzo continuo per spingere sempre più in là i limiti di ciò che può essere modificato dagli esseri umani a loro piacimento e migliorato per adattarsi meglio alle esigenze e ai desideri umani. I valori di oggi sono sostituiti dagli oggetti, sempre liquidi. Nei negozi c è un qualche aggeggio che non aspetta altri che voi, pronto a trasformarvi sul momento nel personaggio che volete essere, in come volete essere visti ed essere riconosciuti.
Pertanto non esiste un unica identità per persone che corrono dietro ai cambiamenti della moda: sempre e soltanto mode..noi ci identifichiamo con le persone con cui siamo in relazione o assomigliamo sempre più all’uso/logorio delle automobili a imitazione di quel ciclo che inizia con l’acquisto e finisce con la discarica. I stratagemmi lenitivi con cui si affrontano le relazioni è deprezzare, sminuire, svalutare i valori. Soggetta a pressioni contraddittorie ogni relazione viene concepita come un rapporto fino a nuovo avviso, la cui rottura è qualcosa che è ragionevole aspettarsi ed è meglio pensare in anticipo.
Oggi si è avvelenati da un costante sentimento di mancanza degli altri nella vita, con sensazioni di vuoto e solitudine non dissimili dal lutto. Affetti da depressione di dipendenza è nell’abbandono, nell’esclusione, nell’essere respinti, ripudiati, spogliati da ciò che siamo, che vediamo rifiutata la nostra identità. Temiamo che ci vengano negati compagnia, amore, aiuto. In fondo questo ci viene mostrato quando le televisioni ci ricordano ogni giorno che alcuni possono farlo impunemente, gettando davanti alle nostre porte quegli individui che sono già stati respinti, costretti a scappare via, a fuggire da casa loro per cercare i mezzi per restare in vita, derubati dal’autostima e dell’identità.
La confusione che la domanda circa l’identità provoca nella nostra testa è genuina, siamo probabilmente destinati a dibatterci tra il desiderio di un identità di nostro gusto e di nostra scelta e il timore che una volta acquistata quest’identità si finisca con lo scoprire che non è nostra,
Inoltre la soddisfazione nell’amore individuale non può essere raggiunta senza la capacità di amare il prossimo con umiltà, fede e coraggio. Significa rendersi dipendenti da un’altra persona dotata di una sua identità. La modalità consumistica esige che la soddisfazione debba essere istantanea, per non essere perennemente tempestati dall’ansia. Il prezzo elevato che una relazione richiede, ovvero l’impegno, appare quindi poco giustificato difronte ai sostituiti apparentemente più economici disponibili sul mercato. Abbiamo bisogno di relazioni, abbiamo bisogno di relazioni su cui poter contare, cui fare riferimento o per definire noi stessi. E se nella qualità non ci si può fidare, forse la salvezza può venire dalla quantità ?
E così cerchiamo riparo nelle “reti”, che hanno il vantaggio, rispetto ai legami ferrei, di avere il comfort di essere in contatto senza i disagi che il contatto effettivo può riservare. Sostituiamo le poche relazioni profonde con una massa di esili e vuoti contatti.
Desideriamo ardentemente stare in contatto mantenendo allo stesso tempo la distanza… e la velocità del cambiamento assesta un colpo mortale al valore e alla durevolezza.

Zygmunt Bauman, Intervista sull’Identità

21/05/20

Hermann Hesse, Il lupo della steppa


La solitudine è indipendenza: l'avevo desiderata e me l'ero conquistata in tanti anni. Era fredda, questo sì, ma era anche silenziosa, meravigliosamente silenziosa e grande come lo spazio freddo e silente nel quale girano gli astri. [...]

La maggioranza degli uomini, cioè tutti quelli del gregge, non hanno mai gustato la solitudine. Si staccano, sì, una volta da babbo e mamma, ma solo per strisciare presso una donna e sprofondare al più presto in un calore e in un legame nuovi. Mai che siano soli, mai che parlino con se stessi.

Hermann Hesse, Il lupo della steppa

18/05/20

Noam Chomsky: il futuro che ci aspetta


Quali lezioni positive possiamo ricavare dalla pandemia?

La prima lezione è che siamo di fronte a un altro errore colossale del capitalismo neoliberista. Se non capiamo questo, la prossima volta che ci succederà qualcosa di simile andrà ancora peggio. È ovvio dopo quello che successe in seguito all’epidemia della SARS nel 2003. Gli scienziati sapevano che sarebbero arrivate altre pandemie, forse del tipo del coronavirus. In quel momento sarebbe stato possibile prepararsi e trattarlo come si fa con l’influenza, ma non è stato fatto.

Le aziende farmaceutiche hanno le risorse e sono ricchissime, ma non lo fanno perché i mercati dicono che non ci sono benefici nel prepararsi a una catastrofe dietro l’angolo. Poi arriva la batosta neoliberista. I governi non possono fare nulla. Continuano a essere il problema e non la soluzione. Gli Stati Uniti sono una catastrofe per il gioco che portano avanti a Washington. Sanno come incolpare tutti eccetto se stessi, nonostante siano responsabili. Adesso siamo l’epicentro, in un paese talmente disfunzionale che non riesce nemmeno a fornire informazioni sul contagio all’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS).

Che cosa pensa della gestione dell’amministrazione Trump?

Il modo in cui è stata gestita la pandemia è surreale. A febbraio stava già imperversando; tutti lo riconoscevano negli Stati Uniti. Proprio a febbraio, Trump ha presentato dei bilanci che vale la pena di analizzare. Tagli al Centro di Prevenzione e Controllo delle Malattie e in altri campi relazionati con la sanità. Tagli nel bel mezzo di una pandemia, aumentando invece il finanziamento alle industrie di energia fossile, alle spese militari, al famoso muro…

Tutto ciò la dice lunga sull’indole dei buffoni psicopatici che guidano il governo e che sono la causa del malessere del paese. Adesso cercano disperatamente di incolpare qualcuno. Incolpano la Cina, l’OMS… e tutto ciò che hanno fatto all’OMS è un vero crimine. Cosa vuol dire sospendere i finanziamenti? L’OMS lavora in tutto il mondo, principalmente nei paesi poveri e si trova davanti a problemi come la diarrea, la maternità… e quindi come si giustificano? “Bene, uccidiamo un mucchio di gente del sud perché forse questo ci aiuterà in vista della campagna elettorale”. Questo è un mondo di psicopatici.

Trump ha cominciato negando la crisi, ha persino detto che si trattava di una bufala dei democratici. Questa potrebbe essere la prima volta in cui Trump è stato superato dai fatti?

Bisogna riconoscere un merito a Trump… è probabilmente l’uomo più sicuro di sé che sia mai esistito. È capace di reggere con una mano uno striscione con su scritto “Vi amo, sono il vostro salvatore, abbiate fiducia in me perché lavoro giorno e notto per voi” e con l’altra mano pugnalarti alle spalle. È questo il modo con cui si rivolge ai suoi elettori, che lo adorano indipendentemente da ciò che fa. E viene aiutato dal fenomeno mediatico costituito da Fox News, Rush Limbaugh, Breitbart… ossia gli unici media che guardano i repubblicani.

Se un giorno Trump dice “è solo un’influenza, dimenticatela”, loro lo confermeranno, diranno che è solo un’influenza e che bisogna dimenticarsene. Se il giorno dopo dice che è una pandemia terribile e che è stato il primo a rendersene conto, lo grideranno tutti insieme e diranno che è la persona migliore della storia. Allo stesso modo, lui guarda Fox News ogni mattina e decide cosa gli conviene dire. È una cosa impressionante. Rupert Murdoch, Limbaugh e gli psicopatici della Casa Bianca stanno portando il paese alla rovina.

Questa pandemia può cambiare il modo in cui ci relazioniamo alla natura?


Questo dipende dai giovani. Dipende dalla reazione della popolazione mondiale. Potrebbe portarci a Stati autoritari e repressivi, che accentuino ancora di più il modello neoliberista. Bisogna ricordarselo: il capitalismo non cede. Pretendono più finanziamenti per i combustibili fossili, distruggono i regolamenti che offrono una certa protezione… Nel bel mezzo della pandemia negli USA sono state eliminate norme che limitavano l’emissione di mercurio e di altre sostanze nocive… Questo significa uccidere più bambini statunitensi possibile e distruggere l’ambiente. Non si fermano. E se nessuno si oppone, questo è il mondo che ci resterà.

In termini geopolitici come sarà suddivisa la mappa del potere dopo la pandemia?

Quello che sta accadendo a livello internazionale è piuttosto scioccante. C’è questa cosa che chiamano Unione Europea. Sentiamo la parola ‘unione’. Ok, guardate la Germania, che sta gestendo molto bene la crisi… In Italia la crisi è acuta… Stanno ricevendo aiuto dalla Germania? Fortunatamente ricevono aiuto, ma da una “superpotenza” come Cuba, che invia medici. O dalla Cina, che sta inviando materiale e aiuti. Ma non ricevono assistenza dai paesi ricchi dell’Unione Europea. Questo la dice lunga…

L’unica nazione che ha dimostrato un autentico internazionalismo è Cuba, sottoposta da sempre allo strangolamento economico degli Stati Uniti e che per qualche miracolo è riuscita a sopravvivere per continuare a mostrare al mondo cos’è l’internazionalismo. Questo però non si può dire negli Stati Uniti, perché quello che si deve fare è incolpare i cubani per le violazioni dei diritti umani. In realtà le peggiori violazioni dei diritti umani si verificano nel sud-est di Cuba, in un luogo chiamato Guantánamo, che gli Stati Uniti si sono presi con la forza e si rifiutano di restituire. Una persona istruita e obbediente dovrebbe dare la colpa alla Cina, invocare il “pericolo giallo” e dire che i cinesi stanno venendo a distruggerci; siamo meravigliosi. C’è un appello all’internazionalismo progressista con la coalizione avviata da Bernie Sanders negli Stati Uniti o da Yanis Varoufakis in Europa. Portano elementi progressisti per contrastare il movimento reazionario che è stato forgiato dalla Casa Bianca (…) per mano di Stati brutali in Medio Oriente, Israele (…) o con persone come Orban o Salvini, il cui massimo godimento nella vita è quello di assicurarsi che le persone che fuggono disperatamente dall’Africa anneghino nel Mediterraneo. Con tutto questo movimento reazionario internazionale bisogna chiedersi: qualcuno li contrasterà? E tutto ciò che vedo è la speranza in ciò che Bernie Sanders ha costruito.

Però Bernie Sanders ha perso…

Molti ritengono che la campagna di Sanders sia stata un fallimento, ma questo è un errore madornale. È stato un grande successo. Sanders è riuscito a cambiare la portata della discussione e della politica e temi molto importanti che un paio di anni fa non si potevano menzionare ora sono al centro della discussione, come il Green New Deal, che è essenziale per la sopravvivenza.

Non è stato finanziato dai ricchi, non ha avuto il sostegno dei media… L’apparato del Partito Democratico ha dovuto manipolare le primarie per evitare che vincesse la nomination. Proprio come nel Regno Unito l’ala destra del Partito Laburista ha distrutto Jeremy Corbyn, che stava democratizzando il partito in un modo che loro non potevano sopportare. Erano disposti perfino a perdere le elezioni (pur di eliminarlo). Ne abbiamo viste tante negli Stati Uniti, ma il movimento rimane. E’ popolare. Sta crescendo. E’ qualcosa di nuovo … Ci sono movimenti simili in Europa e possono fare la differenza.

Cosa pensa che succederà con la globalizzazione così come la conosciamo?

Non c’è niente di sbagliato nella globalizzazione in sé. È bello fare un viaggio in Spagna, per esempio. La domanda è: quale forma di globalizzazione? Quella che si è sviluppata è stata sotto il segno del neoliberismo. È quello che hanno progettato. Ha arricchito le persone più ricche e messo un enorme potere nelle mani di corporazioni e monopoli. Ha anche portato a una forma di economia molto fragile, basata su un modello di business di efficienza, facendo le cose al minor costo possibile. Questa logica porta per esempio al fatto che gli ospedali non abbiano certe cose perché non sono efficienti.

Ora questo sistema fragile sta crollando perché non può affrontare qualcosa che è andato storto. Quando si progetta un sistema fragile e si centralizza la produzione e la produzione solo in un luogo come la Cina… Guardate Apple. Realizza enormi profitti, pochi dei quali rimangono in Cina o a Taiwan. La maggior parte della sua attività si svolge in un luogo dove probabilmente hanno messo un ufficio grande come il mio studio, in Irlanda, per pagare poche tasse in un paradiso fiscale. Come possono nascondere il denaro nei paradisi fiscali? Fa parte della legge della natura? No. In realtà, in America, fino a Reagan, era illegale. Così come la compravendita di azioni. (…) Erano necessari? Reagan li ha legalizzati. Tutto è stato progettato, sono decisioni che hanno conseguenze che abbiamo visto nel corso degli anni e uno dei motivi della crescita di quello che è stato erroneamente chiamato ‘populismo’. Molte persone erano arrabbiate, risentite e odiavano il governo in modo giustificato. Questo è stato un terreno fertile per i demagoghi che hanno potuto dire: io sono il vostro salvatore e gli immigrati e questo e quello…

Pensa che dopo la pandemia gli Stati Uniti saranno più vicini all’assistenza sanitaria gratuita e universale?

È molto interessante vedere questa discussione. Il programma di Sanders, per esempio, prevede l’assistenza sanitaria universale, le tasse universitarie gratuite… Lo criticano su tutto lo spettro ideologico. La critica più interessante viene da sinistra. I giornalisti più liberali del New York Times, della CNN eccetera dicono che sono buone idee, ma non per gli americani. L’assistenza sanitaria universale esiste ovunque. In tutta Europa, in una forma o nell’altra. In paesi poveri come il Brasile, il Messico… E l’istruzione universitaria gratuita? Ovunque… Finlandia, Germania, Messico… ovunque. Quindi quello che i critici di sinistra dicono è che l’America è una società così arretrata da non riuscire a mettersi in pari con il resto del mondo. E questo la dice lunga sulla natura, la cultura e la società.

Intervista al filosofo e linguista statunitense Noam Chomsky, sull’emergenza che stiamo vivendo. A cura di Cristina Magdaleno di Efe. Traduzione a cura di Francesca Crisci

Fonte: www.beppegrillo.it 

15/05/20

Tatanga Mani, Nativi d'America


Vi è molto di folle nella vostra cosiddetta civiltà. Come pazzi, voi uomini bianchi correte dietro al denaro, finché ne avete così tanto che non potrete vivere abbastanza a lungo per spenderlo. Voi saccheggiate i boschi e la terra, sprecate i combustibili naturali, come se, dopo di voi, non venisse più alcuna generazione, che avrebbe altrettanto bisogno di tutto questo. Voi parlate sempre di un mondo migliore, mentre costruite bombe sempre più potenti, per distruggere quel mondo che avete ora.

Tatanga Mani, Nativi d'America

13/05/20

Charles Bukowski, Storie di ordinaria follia - Stile


Lo stile è una risposta a tutto.
un nuovo modo di affrontare un giorno noioso o pericoloso
fare una cosa noiosa con stile è meglio che fare una cosa pericolosa senza stile.
Fare una cosa pericolosa con stile è ciò che io chiamo arte.

La corrida può essere arte
Boxare può essere arte.
Amare può essere arte.
Aprire una scatola di sardine può essere arte.

Non molti hanno stile.
Non molti possono mantenere lo stile.
Ho visto cani con più stile degli uomini,
Sebbene non molti cani abbiano stile.
I gatti ne hanno in abbondanza.

Quando Hemingway si è fatto saltare le cervella con un fucile, quello era stile.
Alcune persone ti insegnano lo stile.
Giovanna d’Arco aveva stile.
Giovanni il Battista.
Gesù
Socrate.
Cesare.
García Lorca.

In prigione ho conosciuto uomini con stile.
Ho conosciuto più uomini con stile in prigione che fuori di prigione.
Lo stile è una differenza, un modo di fare, un modo di esser fatto.

Sei aironi tranquilli in uno specchio d’acqua, o tu, mentre esci dal bagno nuda senza
vedermi.

Charles Bukowski, Storie di ordinaria follia - Stile

06/05/20

Sembra che siate tutti senza genitori, Vittorio Zanini


Sembra che siate tutti senza genitori. Siete nati sotto i cavoli o vi ha portato la cicogna? Oggi corrono tutti, nessuno ha mai tempo neanche per se stesso, figuriamoci se lo si trova per i vecchi e malati genitori, che per orgoglio dicono sempre di non aver bisogno di niente. E noi fingiamo di credere che stiano bene e non abbiano bisogno di aiuto, cosi la coscienza ce la mettiamo a posto e possiamo ricominciare a correre, senza neanche sapere dove stiamo andando. In questa società usa e getta non c'è più chi recupera e ripara le cose, quando crediamo che non servano più perché si guastano o non producono reddito, si buttano. E invece è proprio il ricordo del passato che ci può salvare dal delirio del presente.

Vittorio Zanini

Vittorio Zanini, Il mezzo di trasporto del futuro è l'asinello


Bisogna rallentare, consumare meno. Se vogliamo andare avanti dobbiamo tornare indietro. Questo è il mezzo di trasporto del futuro: l'asinello.
Vittorio Zanini




02/05/20

Friedrich Nietzsche, La gaia scienza - Lavoro e noia


Cercarsi un lavoro per il salario ― nei paesi civilizzati, è un fenomeno comune a quasi tutti gli uomini; per tutti costoro il lavoro è un mezzo, e non fine a se stesso. Ecco perché sono poco raffinati nella scelta, purché tale lavoro sia sufficientemente redditizio. Ci sono però casi rari di persone che preferiscono andare in malora piuttosto che lavorare senza provare piacere per quello che fanno: si tratta di quelle persone selettive e difficili da accontentare alle quali un reddito alto non dice niente se il lavoro stesso non è il più alto di tutti i redditi.

A questa rara categoria di persone appartengono i contemplativi di ogni genere, ma anche quegli oziosi che trascorrono la vita a caccia, viaggiando o dedicandosi ad avventure amorose o no. Tutti costoro amano il lavoro e le ristrettezze, purché vi sia associato il piacere, anche il lavoro più gravoso e più duro, se così deve essere. Altrimenti sono decisamente pigri, sia soltanto perché a questa pigrizia sono invece associati impoverimento, disonore, pericoli per la salute e per la vita. Non temono tanto la noia quanto il lavoro senza piacere; hanno anzi bisogno di tanta noia, se il loro lavoro deve riuscire.

Per il pensatore e per tutti gli spiriti inventivi la noia è quella sgradevole «bonaccia» dell'anima che precede una navigazione felice e i venti favorevoli; la deve sopportare, deve attendere che cessino i suoi effetti: è esattamente quanto le nature inferiori non sono assolutamente in grado di pretendere da se stesse! Aborrire la noia è normale, come è normale lavorare senza provare piacere per quello che si fa. Probabilmente gli Asiatici si distinguono dagli Europei per il fatto che sono capaci di una quiete più lunga e più profonda: i loro stessi narcotici hanno un effetto più lento e richiedono pazienza, a differenza della ripugnante immediatezza del veleno europeo, l'alcool.

Friedrich Nietzsche, La gaia scienza - Lavoro e noia