Mi è sempre piaciuto il deserto. Ci si siede su una duna di sabbia, non si vede nulla, non si sente nulla, e tuttavia qualche cosa risplende nel silenzio.
Antoine de Saint Exupery, il piccolo Principe
Antoine de Saint Exupery, il piccolo Principe
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Questo continuo cercare la folla e il rumore che vedo nella maggior parte mi sembra solo una fuga da se stessi. A me piace il deserto, le città la domenica mattina prima che si sveglino, il mare in inverno quando non c'è più nessuno. Amo quei luoghi che mi permettono di ascoltarmi.
Vittorio Zanini
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Dove andrai, senza sapere dove?
- Anche se non lo so, lasciami andare
me ne andrò con il vento e non importa lasciare tracce
me ne andrò di nuvola in nuvola anche se non piove
me ne andrò con le stelle anche se non brillano
me ne andrò scalzo e non solo per sfuggire le guerre, l’indifferenza, la fame
l’odio che si nasconde nelle vene,le minacce e le vendette che puntano alle spalle
io sono nomade, sono nato nella sabbia sotto il sole come gli animali
sono libero come il vento, come la carovane che rompono l’immensità, sono libero,
figlio delle terra e della sua grandezza
ho tanti fratelli che voglio conoscere e voglio abbracciare
e soprattutto quelli che lottano per la libertà
dove andrai, senza sapere dove?
- Dove non importa, lasciami solo andare
e non voglio che mi mostri l’oriente o l’occidente
né il nord o il sud, lasciami solo andare a mostrare questo cuore libero
imprigionato dentro di me
per sfidare le barriere del colore e della religione
dove andrai se non sai come?
come non importa
perché ho nella fronte un sole
E nella voce un clamore
me ne andrò di palmo in palmo di abbraccio in abbraccio
perché appartengo a tutte le stirpi
e a tutte le credenze
me ne andrò anche se tu non vuoi per abbattere
le frontiere e per mischiare le razze
me ne andrò anche se tu non vuoi per costruire
a cielo aperto un luogo senza nome
dove gli uomini sotto il sole si fondono in abbracci e perdoni
perché tutti abbiamo lo stesso sangue e sotto il sole la stessa ombra.
Poesia Saharawi, Me ne andrò
Dove andrai, senza sapere dove?
- Anche se non lo so, lasciami andare
me ne andrò con il vento e non importa lasciare tracce
me ne andrò di nuvola in nuvola anche se non piove
me ne andrò con le stelle anche se non brillano
me ne andrò scalzo e non solo per sfuggire le guerre, l’indifferenza, la fame
l’odio che si nasconde nelle vene,le minacce e le vendette che puntano alle spalle
io sono nomade, sono nato nella sabbia sotto il sole come gli animali
sono libero come il vento, come la carovane che rompono l’immensità, sono libero,
figlio delle terra e della sua grandezza
ho tanti fratelli che voglio conoscere e voglio abbracciare
e soprattutto quelli che lottano per la libertà
dove andrai, senza sapere dove?
- Dove non importa, lasciami solo andare
e non voglio che mi mostri l’oriente o l’occidente
né il nord o il sud, lasciami solo andare a mostrare questo cuore libero
imprigionato dentro di me
per sfidare le barriere del colore e della religione
dove andrai se non sai come?
come non importa
perché ho nella fronte un sole
E nella voce un clamore
me ne andrò di palmo in palmo di abbraccio in abbraccio
perché appartengo a tutte le stirpi
e a tutte le credenze
me ne andrò anche se tu non vuoi per abbattere
le frontiere e per mischiare le razze
me ne andrò anche se tu non vuoi per costruire
a cielo aperto un luogo senza nome
dove gli uomini sotto il sole si fondono in abbracci e perdoni
perché tutti abbiamo lo stesso sangue e sotto il sole la stessa ombra.
Poesia Saharawi, Me ne andrò
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Quando
c'è una meta, anche il deserto diventa strada. Chi corre sempre, saprà
sempre meno cose di colui che sta calmo e riflette.
Proverbio Tuareg
Proverbio Tuareg
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Al figlio del nomade
Calza i tuoi sandali
e cammina sulla sabbia
che nessuno schiavo ha mai calpestato.
Sveglia la tua anima
e bevi alle sorgenti
che nessuna farfalla ha mai sfiorato.
Dispiega i tuoi pensieri
verso le vie lattee
che nessun folle ha osato sognare.
Respira il profumo dei fiori
che nessuna ape ha mai corteggiato.
Allontanati dalle scuole e dai dogmi:
i misteri del silenzio
che il vento rileva alle tue orecchie
ti bastano.
Allontanati dai mercati e dalla gente
ed immagina la fiera delle stelle
dove Orione allunga la sua spada,
dove sorridono le Pleiadi
intorno alla fiamme della Luna,
dove neppure un fenicio ha lasciato le sue tracce.
Pianta la tua tenda negli orizzonti
dove nessuno struzzo ha pensato di celare le sue uova.
Se tu vuoi risvegliarti libero
come un falco che plana nei cieli,
l’esistenza ed il nulla sospesi
alle sue ali,
la vita, la morte.
Mahmoudan Hawad, Poeta tuareg
✫
Canto Saharawi
Solo chi vive nel deserto ne conosce il silenzio
Che scende da ogni stella palpitante
E dalla bianca tomba della luna
Si stende senza palpiti il deserto
Simile al cuore di una donna morta
Che nessuna carezza risveglia
Solo chi è perso nel deserto
Senza canti di uccelli
Né stormire di fronde
Nell’arido grigiore di pietra e sabbia
La vera solitudine conosce
Io mi sono disteso
In questa immensità che scava
Di sotto ai nostri piedi
La cuna della tomba e del vagito
Canto Saharawi
✫

Vorrei
che andaste incontro al sole e al vento con la pelle, più che con il
vestito, perchè il respiro della vita è nella luce solare e la mano
della vita è nel vento.
Kahlil Gibran
✫


Sulle sabbie del deserto come sulle acque degli oceani non è possibile soggiornare, mettere radici, abitare, vivere stabilmente. Nel deserto come nell’oceano bisogna continuamente muoversi, e così lasciare che il vento, il vero padrone di queste immensità, cancelli ogni traccia del nostro passaggio, renda di nuovo le distese d’acqua o di sabbia, vergini e inviolate.
Alberto Moravia
✫
Per
noi, viandanti eternamente alla ricerca della via più solitaria, non
inizia il giorno dove un altro giorno finisce, e nessuna aurora ci trova
dove ci ha lasciato al tramonto. Anche quando dorme la terra, noi
procediamo nel viaggio. Siamo i semi della tenace pianta, ed è nella
nostra maturità e pienezza di cuore che veniamo consegnati al vento e
dispersi.
Kahlil Gibran
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Kahlil Gibran
✫
Ma non è il fondo né il culmine.
È l'ingabbiato che prende il volo,
Ma non è spazio racchiuso.
Oh sì, il piacere è realmente un canto di libertà.
E io vorrei che lo cantaste a cuore aperto, ma non vorrei vedervi
perdere il cuore nel cantarlo.
Kahlil Gibran
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È l'ingabbiato che prende il volo,
Ma non è spazio racchiuso.
Oh sì, il piacere è realmente un canto di libertà.
E io vorrei che lo cantaste a cuore aperto, ma non vorrei vedervi
perdere il cuore nel cantarlo.
Kahlil Gibran
✫
Io vago errante, io sono folle, nudo,
elegante, faccio smorfie, sorridente
dietro la polvere della carovana
che risale dal deserto verso l’oasi
dove sgorgano le sorgenti dell’Unità.
O mie cavalcature
nate il mio stesso giorno,
io ho lasciato le provviste per il viaggio
a quelli che non sanno fare a meno
del latte della loro madre.
La mia ombra si moltiplica
nello specchio dei miraggi.
Sete.
Mi sfiora il volteggio
delle aquile dell’ultimo respiro.
Il sole calante arrossa
i miei orizzonti.
Sangue.
Io non ho paura della morte,
non ammiro affatto la vita.
Niente mi turba, tranne queste piccole farfalle
svanite sulla loro rosa d’amore.
Non c’è per me altro punto d’arrivo
che la stella della mia follia.
Quando il velo della fatica mi avvolgerà
io cadrò sulla sabbia,
granello tra i granelli.
Come guanciale
la mia mano che rivela
i sogni di prima ch’io esistessi.
Come compagno
il silenzio in cui trova riparo
il respiro di ogni creatura.
Di scritti e di parole
io non conosco l’ombra,
perché mia madre non m’ha insegnato altro
che interpretare l’incresparsi della sabbia
dove scompaiono la tracce di ogni vita.
Un tetto io non ce l’ho
per poterlo rimpiangere.
La tenda della realtà
si trova oltre il bivacco delle stelle
che corrono verso altre vie lattee.
Il giorno in cui tremerà la terra
chi si trova abbandonato al suolo
si rialzerà.
Quando il mio corpo cadrà sfinito
seppellitelo laggiù, sotto la duna,
il midollo farà da humus.
La mia anima partirà gridando come un cammello
verso gli oceani
di cui nessuno custodisce gli accessi.
Mahmoudan Hawad, scrittore e pittore tuareg
elegante, faccio smorfie, sorridente
dietro la polvere della carovana
che risale dal deserto verso l’oasi
dove sgorgano le sorgenti dell’Unità.
O mie cavalcature
nate il mio stesso giorno,
io ho lasciato le provviste per il viaggio
a quelli che non sanno fare a meno
del latte della loro madre.
La mia ombra si moltiplica
nello specchio dei miraggi.
Sete.
Mi sfiora il volteggio
delle aquile dell’ultimo respiro.
Il sole calante arrossa
i miei orizzonti.
Sangue.
Io non ho paura della morte,
non ammiro affatto la vita.
Niente mi turba, tranne queste piccole farfalle
svanite sulla loro rosa d’amore.
Non c’è per me altro punto d’arrivo
che la stella della mia follia.
Quando il velo della fatica mi avvolgerà
io cadrò sulla sabbia,
granello tra i granelli.
Come guanciale
la mia mano che rivela
i sogni di prima ch’io esistessi.
Come compagno
il silenzio in cui trova riparo
il respiro di ogni creatura.
Di scritti e di parole
io non conosco l’ombra,
perché mia madre non m’ha insegnato altro
che interpretare l’incresparsi della sabbia
dove scompaiono la tracce di ogni vita.
Un tetto io non ce l’ho
per poterlo rimpiangere.
La tenda della realtà
si trova oltre il bivacco delle stelle
che corrono verso altre vie lattee.
Il giorno in cui tremerà la terra
chi si trova abbandonato al suolo
si rialzerà.
Quando il mio corpo cadrà sfinito
seppellitelo laggiù, sotto la duna,
il midollo farà da humus.
La mia anima partirà gridando come un cammello
verso gli oceani
di cui nessuno custodisce gli accessi.
Mahmoudan Hawad, scrittore e pittore tuareg
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Dura è la vita,
Sole ardente.
Sole accecante,
Sole inclemente.
Questo è il Sahara.
Acqua, dove sei?
Miraggi, inganni,l
solo miraggi.
Terra assettata
Cielo duro come il turchese,
Cielo sordo ai miei lamenti,
Dammi almeno una lacrima di pioggia
Il verde è solo un sogno,
Neanche un filo d’erba,
Né il fresco riparo di un’ombra.
Terra sii generosa,
Dammi una primavera,
Dammi almeno un fiore
Terra mia,
Nonostante le sofferenze che mi dai,
Io ti amo.
Deserto mio ti difendo,
Ti ho difeso,
e ti difenderò sempre.
Non hai ombra
e i miei nemici ti profanano.
Non hai dolci frutti
e gli insaziabili ti invadono
Terra arida e ferita.
Patria povera e profanata.
Sangue e sangue.
Paese dei miei sogni
dei miei incubi.
Prigione e tortura,
I tuoi figli nelle mani del carnefice.
Patria povera,
patria estrema
Ti sei armata.
Patria che non posso baciare
quanto ti desidero…
Sahara mio,
Io ti amo,
e ti difendo
Ti prometto,
Ti darò la tua primavera.
Sahara mio, ti amo, Poesia saharawi
✫
Il coraggio è vivere per la libertà.
Prima di ogni oasi
c'è un deserto da affrontare.
Chi porta il bastone
rischia di essere picchiato.
Scegli bene il tuo compagno
prima di intraprendere un viaggio.
Una mano sola non applaude.
Il vero fratello è colui che ti sta sempre vicino.
E' cieco chi vede solo con gli occhi.
I sogni della notte
sono cancellati dalla realtà del giorno.
Il peso diviso fra tutti diventa piuma.
La risposta al disprezzo è nessuna risposta.
Se è forte il leone lo è anche la leonessa.
Il tempo è come un cammello:
se si inginocchia davanti a te non esitare ad inforcarlo.
Non puoi evitare la morte ma puoi evitare il disonore.
Non dimenticare la tua dimora dinanzi a chi esalta la sua.
La pazienza è il miglior abito che si può vestire.
Solo le donne riescono a far fiorire l'Hammada.
Proverbi Saharawi
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Questo è il tuo tempo, non lo lasciare
Un vento che passa e che non tornerà mai
Corre veloce senza esitare
Non guarda indietro il tempo che se ne va
Questo è il tuo tempo, sta in fondo al cuore
Pulsa col sangue e corre forte nelle vene
E' il tuo respiro, non lo sprecare
Brucia in un rimpianto se ti perdi ad aspettare
Politicanti, gente che tace
Tempi di guerra, ma in un tempo di pace
Tempi moderni da consumare
Segui adesso il ritmo, questo è il tempo di saltare!
Viva la vita, muoia la morte.
Poesia Saharawi, Viva la vita, muoia la morte
✫
Arriva un altro giorno
e non so più cosa fare
si avvolge nel tuo ricordo adorato Sahara
Il mio dolore con i postumi dei colpi del passato
e mi tornano in mente
i più terribili anni della guerra.
Quelli in cui mi strapparono dalle tue braccia
a forza di fosforo e napalm e
grazie al tuo amore riusciì a sopravvivere
quando tutto era contro di me
e la sorte era già segnata
Se non era il freddo, era il caldo
Se non era la fame era la sete
Se non era la febbre era il colera
Se non erano le mine erano le bombe radioattive
Se non erano le torture
erano gli scomparsi
se non era male era peggio.
Infine: lo sterminio
e tutto per colpa di un maledetto sogno espansionista
del più malvagio re
e del suo ingannevole modo di vedere il mondo
intorno a sè.
E il tuo amore,
solo il tuo amore era il rimedio
Il miracolo, che curava tutto
Che cresce sempre di più.
Oggi lo sentii più forte che mai
Mi hanno parlato le acque dei tuoi fiumi e dei tuoi mari,
grazie a loro lo sentii.
Mi hanno parlato i tuoi alberi e le tue palme
e grazie a loro lo sentii.
Allora mi dicesti adorato Sahara:
Presto!
presto ci sarà una nuova alba
e quella luce crescerà o schiarirà tutto
dopo tanti secoli di oscurità
E solo allora canteremo i canti più felici
Canteremo l’amore e l’amicizia
Canteremo gli amici e la fratellanza.
E canteremo tutti insieme:
VIVA IL SAHARA LIBERO…VIVA
Poesia saharawi, Alla libertà
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Kahlil Gibran
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Non
c’è per me altro punto d’arrivo che la stella della mia follia. Quando
il velo della fatica mi avvolgerà io cadrò sulla sabbia, granello tra i
granelli. Come guanciale la mia mano che rivela i sogni di prima ch’io
esistessi. Come compagno il silenzio in cui trova riparo il respiro di
ogni creatura.
Mahmoudan Hawad, poeta tuareg
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Mahmoudan Hawad, poeta tuareg
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L'occidente non ha la più pallida idea della bellezza del nulla.
Osho
Grazie per questo viaggio meraviglioso...
RispondiEliminaE c'è qualcuno che mi chiedeva "Ma il deserto non è noioso" ? :-O
A chi mi chiede di "raccontare" il deserto...
12 gennaio 2009 alle ore 17.14
L'ultimo dell'anno, sono salita da sola su un'alta duna...era il tramonto.
Avevo con me il mio diario di viaggio rosso...
"Il mio respiro è corto,
il vento stende la mia pashmina, riempiendola,
il sole è ancora caldo,
ho scalato una grande duna
ed ora sono qui
in un universo di sabbia vellutata
dalle forme morbide e sinuose
e dai colori cangianti.
Il silenzio perfetto
è rotto solo dal lontano riverbero delle voci del campo,
lì nella valle, lontanissimo.
I piedi nudi affondano nella sabbia,
ed io sprofondo in me stessa.
Ascolto il vento che suona
e disegna nuovamente la scena,
rendendo meno nitide le impronte del percorso
che mi ha condotto qui.
Sognavo il deserto da sempre
ed ora eccomi!
Incontro me stessa e sento che "va bene"...
ho trasformato i fallimenti in nuove possibilità...
sento che lo spazio che mi entra dentro non trova resistenze.
Vedo scorrere davanti questo anno così intenso
formulo singoli pensieri...per ognuno.
Ad ognuno sono grata ...
sento la ricchezza degli incontri e
la libertà del "poter perdere"
sento ......
Sento la vita che mi scorre dentro!
Intanto sorge una luna nascente...
un bellissimo sorriso nel cielo"