01/09/19
Olio di iperico: proprietà, usi, controindicazioni e come prepararlo
L’iperico, conosciuto anche come erba di San Giovanni, è una pianta perenne diffusa nel continente europeo, nella parte settentrionale dell’ Africa e in Asia Occidentale. Il fusto raggiunge dimensioni massime di circa 80 centimetri, mentre i fiori, riuniti in pannocchie, sono formati da cinque petali e contraddistinti da un intenso color giallo oro.
Il suo nome scientifico è Hypericum Perforatum, poiché le foglie, viste in controluce, sembrano bucherellate. In realtà quelli che sembrerebbero piccoli fori sono delle vescicole contenenti ipericina, il principale principio attivo dell’iperico.
I fiori di iperico si raccolgono in concomitanza col solstizio d’estate, quando il sole è allo zenit sull’Equatore, in posizione quasi perpendicolare sulla nostra testa. La pianta infatti raggiunge l’apice del suo periodo balsamico, vale a dire la massima concentrazione di principi attivi, il 24 giugno, giorno consacrato alla celebrazione di San Giovanni.
Da qui l’usanza di raccogliere l’iperico proprio nel giorno e soprattutto nella notte di San Giovanni, la cosiddetta notte delle streghe, in cui si raccoglievano le erbe nei campi e si praticavano tutta una serie di rituali a scopo propiziatorio. Proprio a quest’antica tradizione relativa alla sua raccolta, l’iperico deve l’appellativo popolare di erba di San Giovanni.
Cos’è l’olio di iperico
L’olio di iperico è un oleolita, vale a dire un unguento in cui i principi attivi della pianta vengono estratti attraverso la macerazione delle sue parti aeree in olio vegetale.
Generalmente per ottenere l’oleolito d’iperico si utilizzano i fiori, ma anche le foglie e i boccioli della pianta, macerati in olio extra vergine d’oliva o di girasole.
Questo unguento, dal caratteristico colore rosso acceso conferitogli dall’ipericina, è un preziosissimo rimedio naturale, vero e proprio toccasana nella cura di tutti i problemi della pelle, oltre ad espletare importanti proprietà antinfiammatorie e analgesiche.
Oltre all’ipericina, che appartiene alla famiglia dei naftodiantroni, l’olio di iperico contiene flavonoidi, tannini e floroglucinolici (iperforina). Gli straordinari benefici dell’olio di iperico, infatti, non derivano da un singolo principio attivo contenuto nella pianta, ma dall’azione sinergica del fitocomplesso nel suo insieme.
Olio di iperico, proprietà
Per uso esterno, l‘olio di iperico è estremamente efficace. Se massaggiato sulla zona interessata, ha proprietà:
cicatrizzanti
dermorigeneranti
lenitive
emollienti
antiossidanti
antirughe
antisettiche
purificanti
astringenti
antimicrobiche
antinfiammatorie
analgesiche
Olio di iperico, benefici
Per uso topico, trova impiego nel trattamento di tutte le affezioni e irritazioni delle pelle.
Cura le ustioni, le piaghe, le ferite, attenua le smagliature e le macchie della pelle, è un alleato insostituibile nel trattamento della psoriasi e della couperose. Favorisce la rigenerazione cellulare, contrasta l’invecchiamento cutaneo, svolge un’azione antinfiammatoria. Infine, l’olio di iperico è il più potente antirughe che esista in natura.
Può essere usato localmente con ottimi risultati in caso di:
ferite
scottature
ustioni
piaghe da decubito
eritemi
infiammazioni cutanee
psoriasi
macchie della pelle
cicatrici
smagliature
couperose
emorroidi
arrossamenti da pannolino
punture d’insetto
reumatismi
dolori muscolari e articolari
Olio di iperico, avvertenze e raccomandazioni
Per uso esterno, l’olio di iperico non presenta particolari controindicazioni, eccezion fatta per un’eventuale ipersensibilità ai principi attivi, primo fra tutti l’ipericina.
L’unica raccomandazione riguarda il divieto di esporsi alla luce solare o a fonti artificiali di radiazioni ultraviolette subito dopo l’utilizzo dell’olio di iperico. Questo prodotto infatti è altamente fotosensibilizzante, cioè tende ad amplificare gli effetti dei raggi solari sulla pelle, soprattutto nel caso di persone con carnagione chiara o con efelidi.
Olio di iperico, uso interno
L’olio di iperico può essere utilizzato anche per via interna. In questo caso, ha proprietà:
antidepressive
stabilizzanti dell’umore
ansiolitiche
antivirali
antiacide dell’apparato gastrointestinale
antinfiammatorie del cavo orale e delle vie aeree
lenitive della sindrome premestruale e dei dolori mestruali
Olio di iperico, antidepressivo naturale
L’olio d’iperico agisce impedendo la ricaptazione, ovvero il riassorbimento dei neurotrasmettitori serotonina, noradrenalina e dopamina, responsabili del buon umore e del benessere psichico. Inoltre, è in grado di modulare la produzione di melatonina, precursore della serotonina, ormone prodotto dal nostro organismo principalmente durante le ore notturne.
Soprattutto nei periodi di forte stress psicofisico o in concomitanza con i cambi di stagione, l’olio di iperico può costituire un ottimo tonico dell’umore.
Tuttavia, si raccomanda sempre di assumerlo dietro supervisione medica.
Olio di iperico, controindicazioni
L’olio di iperico, infatti, è un prodotto dall’azione estremamente potente, che in alcuni casi può avere ripercussioni negative sul nostro organismo. Può interagire con alcuni tipi di farmaci, potenziandone gli effetti o, al contrario, vanificandone l’azione. In particolare, il suo utilizzo è controindicato in caso di:
gravidanza e allattamento
assunzione di anticoncezionali ormonali (pillola, cerotto, anello vaginale)
trattamento farmacologico con antidepressivi, anticancerogeni, anticoagulanti
Nel caso degli anticoncezionali , l’olio di iperico è in grado di vanificarne gli effetti, mentre i pazienti in cura con antidepressivi possono sperimentare un eccessivo aumento della serotonina in circolo, al punto andare incontro alla cosiddetta sindrome serotoninergica.
Questo disturbo è caratterizzato da un ampio spettro di sintomi tra cui mal di testa, allucinazioni, agitazione, confusione, tremori, contrazioni muscolari, brividi, tachicardia, sudorazione, nausea e diarrea.
Olio di iperico, come prepararlo in casa
La preparazione dell’oleolito di iperico è abbastanza semplice e alla portata di tutti.
Occorrono innanzitutto i fiori di iperico, ma si possono utilizzare anche i boccioli e le foglie, e un olio vegetale che funga da solvente.
La percentuale è di 1:5 cioè una parte di droga macerata nel corrispettivo in grammi di 5 parti di olio. Ad esempio, per 100 grammi di fiori occorrono 500 grammi di olio vegetale.
Nella preparazione dell’oleolito generalmente si utilizza l’olio di girasole o l’olio extravergine d’oliva, ma vanno bene anche altri tipi, come l’olio di mandorle o di mais.
I fiori vanno lavati e asciugati al sole. Quindi si versano in un barattolo, coprendoli completamente con l’olio.
Solitamente gli oleoliti si lasciano macerare all’ombra, o comunque evitando il contatto diretto con la luce solare. Quello di iperico invece è l’unico che richieda l’esposizione costante ai raggi del sole, per un periodo di circa 30 giorni, corrispondenti a un intero ciclo lunare.
Il recipiente non va chiuso ermeticamente, onde evitare che avvengano processi di fermentazione. Si consiglia di porre una garza sulla sommità del barattolo, ricoprendola col coperchio soltanto appoggiato e non avvitato.
Già dopo qualche giorno si noterà il caratteristico colore rosso, conferito dall’ipericina contenuta nei fiori. Al termine della preparazione, si può filtrare l’unguento.
Si consiglia di filtrarlo 2 volte: la prima volta con un colino, per eliminare le impurità più grandi. Il secondo filtraggio andrà invece effettuato servendosi di una garza o al limite anche di una calza in nylon.
A questo punto, il nostro oleolito di iperico è pronto. Questo fantastico rimedio naturale va conservato in barattoli di vetro scuro, in un luogo asciutto e al riparo da fonti di calore.
Iperico, curiosità
Secondo la leggenda, la pianta dell’iperico sarebbe nata dal sangue di Prometeo, l’eroe greco simbolo di ribellione all’autorità e di libertà contro il potere, punito per aver rubato il fuoco agli Dei per donarlo agli uomini.
Il suo castigo consisteva nell’essere legato a una rupe presso cui ogni giorno un’aquila gigantesca gli faceva visita per mangiargli il fegato. Ogni notte, infatti, il fegato dell’eroe cresceva di nuovo.
La storia dell’iperico è legata a quella dei Templari. Questi cavalieri infatti furono i primi a scoprire, nel XII secolo, le proprietà antidepressive di questa pianta. Si accorsero che, oltre ad essere utile per cicatrizzare le ferite e curare le ustioni, l’iperico riusciva a sollevare l’umore dei soldati feriti in battaglia e immobilizzati a letto per lunghi periodi.
Nel linguaggio comune, l’iperico è chiamato anche scacciadiavoli, poiché si riteneva che questa pianta avesse il potere di allontanare gli spiriti maligni. Proprio in virtù di questa funzione apotropaica, spesso veniva posta sopra le immagini sacre, e da quest’antica usanza la pianta trae il suo stesso nome.
La parola iperico infatti, deriva dall ‘unione di due parole greche: hyper, cioè sopra e eikon, che significa immagine.
L’olio di iperico è chiamato anche “l’olio della casalinga”, perché è il rimedio più comune per trattare la pelle secca e screpolata delle mani.
di Angela Petrella
Fonte: greenme.it
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