06/12/13

04/12/13

Fabrizio De Andrè, Un blasfemo - Video e testo




(Dietro Ogni Blasfemo C'è Un Giardino Incantato) 


Mai più mi chinai e nemmeno su un fiore, 

più non arrossii nel rubare l'amore 

dal momento che Inverno mi convinse che Dio 

non sarebbe arrossito rubandomi il mio. 

Mi arrestarono un giorno per le donne ed il vino, 
non avevano leggi per punire un blasfemo, 
non mi uccise la morte, ma due guardie bigotte, 
mi cercarono l'anima a forza di botte. 

Perché dissi che Dio imbrogliò il primo uomo, 
lo costrinse a viaggiare una vita da scemo, 
nel giardino incantato lo costrinse a sognare, 
a ignorare che al mondo c'e' il bene e c'è il male. 

Quando vide che l'uomo allungava le dita 
a rubargli il mistero di una mela proibita 
per paura che ormai non avesse padroni 
lo fermò con la morte, inventò le stagioni. 

... mi cercarono l'anima a forza di botte... 

E se furon due guardie a fermarmi la vita, 
è proprio qui sulla terra la mela proibita, 
e non Dio, ma qualcuno che per noi l'ha inventato, 
ci costringe a sognare in un giardino incantato, 
ci costringe a sognare in un giardino incantato 
ci costringe a sognare in un giardino incantato.


Fabrizio De Andrè,  Un blasfemo

Fabrizio De Andrè, dal discorso su La buona novella


Gesù di Nazareth secondo me è stato ed è rimasto il più grande rivoluzionario di tutti i tempi. 


Fabrizio De Andrè, dal discorso su La buona novella

Gesù di Nazareth †, Vangelo apocrifo di Tommaso - Gv 42

Gesù disse, “Siate come passanti.”


Gesù di Nazareth †, Vangelo apocrifo di Didimo Giuda Tommaso, ritrovato nel 1945 fra i famosi manoscritti di Nag Hammadi

Gesù di Nazareth †, Vangelo apocrifo di Tommaso - Gv 16

Gesù disse, “Forse la gente pensa che io sia venuto a portare la pace nel mondo. Non sanno che sono venuto a portare il conflitto nel mondo: fuoco, ferro, guerra.
Perché saranno in cinque in una casa: ce ne saranno tre contro due e due contro tre, padre contro figlio e figlio contro padre, e saranno soli.”


Gesù di Nazareth †, Vangelo apocrifo di Didimo Giuda Tommaso, ritrovato nel 1945 fra i famosi manoscritti di Nag Hammadi


03/12/13

Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio


Riuscire a staccarsi dalle cose del mondo vuol dire diventare indifferenti? O vuol dire solo non esserne schiavi?

Tiziano Terzani,  La fine è il mio inizio


Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra


Ormai nessuno ha più tempo per nulla. Neppure di meravigliarsi, inorridirsi, commuoversi, innamorarsi, stare con se stessi. Le scuse per non fermarci a chiedere se questo correre ci rende felici sono migliaia, e se non ci sono, siamo bravissimi a inventarle. 


Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra 


Tiziano Terzani, Anam, il senzanome


Oggi l'economia è fatta per costringere tanta gente a lavorare a ritmi spaventosi per produrre delle cose perlopiù inutili, che altri lavorano a ritmi spaventosi per poter comprare, perché questo è ciò che da soldi alle società multinazionali, alle grandi aziende, ma non dà felicità alla gente. 


Tiziano Terzani, Anam, il senzanome 


Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio


Libertà. Non ce n’è più. Io lo continuo a ripetere: non siamo mai stati così poco liberi, pur nulla apparente enorme libertà di comprare, di scopare, di scegliere fra i vari dentifrici, fra le quarantamila automobili, fra i telefonini che fanno anche la fotografia. Non c’è più la libertà di essere chi sei. Perché tutto è già previsto, tutto è già incanalato e uscirne non è facile, crea conflitti. Quanta gente viene rigettata dal sistema, viene emarginata perché non rientra nel modello? Facesse invece delle altre cose! Ma non c’è altro, c’è solo una spinta verso il mercato.
E san Francesco? E tutti quegli altri? Tutti matti perché non andavano a fare quello che bisognava fare a quei tempi? No, no, diversi! Persone che con la loro diversità hanno indicato anche un modo diverso di essere. Pensa, san Francesco, sarà stato simpatico?!

È questa benedetta storia della libertà! Noi oggi ce la siamo ridotta immensamente, tanto che finiamo per vivere solo ai margini della nostra libertà a causa di tutto ciò che è automatico nel nostro modo di pensare, di reagire, di fare le cose. Questa è la grande tragedia. E quando ne esci sei condizionato. Ripeti dei modelli prestabiliti. Non è che molto facilmente ti inventi qualcosa.
L’uomo ormai è succube dell’economia. Tutta la sua vita è determinata dall’economia. Questa, secondo me, sarà la grande battaglia del futuro: la battaglia contro l’economia che domina le nostre vite, la battaglia per il ritorno a una forma di spiritualità – che puoi chiamare anche religiosità – a cui la gente possa ricorrere. Perché è una costante della storia umana, questo voler sapere cosa ci sei a fare al mondo.
Occorrono nuovi modelli di sviluppo. Non solo crescita, ma parsimonia. Vedi, Folco, io dico che bisogna liberarsi dei desideri. Ma proprio per il perverso sistema del consumismo la nostra vita è tutta centrata su giochi, sport, mangiare, piaceri. Il problema è uscire da questo circolo vizioso: una cosa dopo l’altra dopo l’altra. Porca miseria, questo ti impone dei comportamenti che sono assolutamente assurdi. Tu non vuoi certe cose ma il sistema del consumismo ti convince, ti seduce a volerle. Tutta la tua vita dipende da quel meccanismo. Se invece cominci a non parteciparvi resistendo, digiunando, allora è come se usassi la non violenza contro la violenza. La violenza che ci fa alla fine? Mica te la possono cacciare in gola, la roba!

Occorre perciò un grande sforzo spirituale, un grande ripensamento, un grande risveglio. Che poi ha a che fare con la verità, di cui nessuno più si occupa. Lì Gandhi è di nuovo stupendo. Cercare la verità, quello che è dietro a tutto. “Prima credevo che Dio fosse la verità. Ora direi che la verità è Dio”.

Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio