In ogni capitolo non mancano mai 'gli appunti di viaggio', in cui si rivolge a Fiocco come se fosse un dono, forse uno dei più grandi ricevuti nella vita. Del resto l'asino è stato per Scandurra la possibilità concreta di cambiare radicalmente modo di vivere: per la sua esistenza un punto di non ritorno, che gli ha dato l'imput per ricominciare con un altro passo, appunto, più lento, fuori dai sentieri battuti, senza paura ma anzi con la voglia di perdersi nel mondo e dentro se stesso. Fiocco, amico silenzioso, è stato ed è da anni un compagno amorevole e fidato: con lui l'autore non sente solitudine e ritrova la semplicità e l'entusiasmo di allinearsi con l'ambiente naturale, di "perdere tempo", di compiere la propria, personalissima, "rivoluzione interiore" nella speranza di continuare a camminare con lui e ridurre sempre di più la sua "impronta sul mondo".
"Se tutto va bene, invecchieremo insieme", scrive Scandurra rivolgendosi a Fiocco in una lettera alla fine del libro, "immagino che saremo vecchietti, con il passo rallentato, complici per i tanti cammini percorsi e l'intensità dei momenti vissuti. Mi figuro noi due mentre avanziamo verso un prato non troppo lontano per sdraiarci spalla a spalla, per assaporare ancora una volta il piacere del contatto con l'erba fresca di primavera". "Ma non è giunto ancora quel momento", assicura, con la promessa all'amico animale di un nuovo, imperdibile viaggio, come "gagliardi spartani lungo i sentieri del mondo".
fonte: ansa.it
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