16/11/12

✿ Naturopatia ツ - Ayurveda





A quei tempi i guru hanno insegnato che se la scienza viene seguita solo per fini economici è una perdita di tempo. La ricchezza guadagnata attraverso la medicina è sempre contaminata poichè proviene dalla sofferenza degli altri. Quindi deve essere praticata con compassione ed umiltà. Senza avidità ed egoismo. Per questo i guru esaminano la mente e la natura degli studenti prima di accettarli come discepoli.

Tratto dal documentario Ayurveda: arte di vivere, arte di guarire 






L'ayurveda (in sanscrito: आयुर्वेद) è la medicina tradizionale utilizzata in India fin dall'antichità, diffusa ancora oggi nel sub-continente più della medicina occidentale. Ayurveda è una parola composta da ayur, durata della vita o longevità e veda conoscenza rivelata. Molti traducono erroneamente l'ayurveda come scienza della vita. In realtà è un sistema medico molto vasto e complesso comprendente aspetti di prevenzione, oltre che di cura, che permetterebbero, se applicati rigorosamente, di vivere più a lungo, migliorare la propria salute e rispettare il proprio corpo. Viene citata per la prima volta nel Caraka Samhita, un trattato di 500 principi medicinali compilato durante il regno dell'imperatore Kanishka
È attualmente annoverata dall'Unione Europea e dalla maggior parte degli Stati membri tra le medicine non convenzionali la cui erogazione è consentita da parte di medici qualificati.
Antico e complesso sistema, si è sviluppato nella sua forma attuale attraverso millenni di ricerche e sforzi innovativi. L'ayurveda si occupa da tutti i punti di vista del benessere dell'uomo, nel suo aspetto fisico, psichico e spirituale e si occupa delle patologie tanto quanto dello stato di salute normale. Lo scopo è quello di aiutare i malati a curarsi, e le persone sane a mantenere il proprio benessere e prevenire le malattie.
I principi medicinali utilizzati sono, in genere, minerali, metalli purificati e combinati con acidi fulvici ed erbe, in forma di polveri, pastiglie, infusi ecc. La maggior parte è di natura fitoterapica, come l'Amalaki (emblica officinalis), il Trikatu, un composto di tre erbe, zenzero, pepe e pippali (piper longum), Haridra (curcuma), Brahmi (Bacopa Monnieri), Tulasi (Ocimum sanctum), Erand (Ricinus communis), Guduchi (Tinospora cordifolia), Kumari (aloe), Gokshur (tribulus terrestris). Ogni medicinale ha una specifica modalità di utilizzo, perché agisca alla sua massima efficacia.

Origini mitologiche

Le origini dell'ayurveda sono intrise della ricca mitologia indiana. Si ritiene infatti che l'ayurveda, la "scienza della vita", risalga a Brahma, creatore dell'universo. Costui fece dono del sistema ayurvedico a Daksa Prajapati e da questi agli Asvin, ed infine da loro ad Indra, signore degli dei vedici. Da Indra infine l'ultimo passaggio ai suoi 4 discepoli, Bharadvaja, Atreya, Kasyapa e Dhanvantari. Nella Caraka Samhita, nei primi capitoli, è narrata la storia dell'origine mitica dell'ayurveda.

Origini storiche

Le origini storiche dell'ayurveda si perdono indietro nei secoli, addirittura in un'epoca precedente al ritrovamento di documenti scritti che certifichino la sua esistenza. Si tende a datare infatti le origini storiche dell'ayurveda a ritroso fino a 6000 anni fa, sebbene le prime versioni scritte dei Veda, alla base dell'ayurveda, risalgano a circa 1500 anni fa. È opinione condivisa infatti che come per molte altre tradizione ed opere, anche per l'ayurveda e per i Veda, ci sia stata una capillare diffusione orale prima della sistemizzazione in forma scritta.

I dosha

Secondo l'Ayurveda il corpo fisico è pervaso da tre dosha (energie vitali) in proporzioni diverse. Questi determinano tramite il loro stato di equilibrio o squilibrio rispetto alla costituzione individuale (prakriti) lo stato di benessere o malattia dell'individuo. Ogni dosha è composto da due elementi (panca-mahabhutani) ed ha determinate qualità (guna) che li caratterizzano.

I tre dosha sono:

Vata
composto da spazio (akasha) e aria (vayu), è il principio del movimento, legato a tutto ciò che è movimento nel corpo (sistema nervoso, respirazione, circolazione sanguigna..). Le sue qualità sono: freddezza, secchezza, leggerezza, sottigliezza, mobilità, nitidezza, durezza, ruvidezza e fluidità. La sua sede principale è il colon ed i suoi 5 sub-dosha sono: Prana, Udana, Samana, Apana e Vyana.

Pitta
composto da fuoco (tejas) e acqua (jala), è il dosha legato alla trasformazione, alla digestione intesa sia a livello fisico (stomaco, fuoco digestivo detto anche agni) che mentale (elaborazione delle emozioni). Le sue qualità sono: caldo, untuoso, leggerezza, sottigliezza, mobilità, nitidezza, morbidezza, levigatezza, chiarezza e fluidità. La sua sede principale è l'intestino tenue ed i suoi 5 sub-dosha sono: Pacaka, Ranjaka, Sadhaka, Alochaka e Bhrajaka.

Kapha
composto da acqua (jala) e terra (prithvi), è il dosha legato alla coesione, al tener unito, è proprio dei fluidi corporei, lubrifica e mantiene il corpo solido ed uniforme. Le sue qualità sono: freddezza, umidità, pesantezza, grossolanità, stabilità, opacità, morbidezza, levigatezza e densità. I suoi cinque sub-dosha sono: Kledaka, Avalambaka, Bodhaka, Tarpaka e Slesaka.
I dosha consentono di classificare le tendenze psico-fisiche presenti nel corpo e le disfunzioni che ne possono derivare. Secondo l'ayurveda le patologie nascono quando si vengono a creare degli squilibri nei dosha (vikriti); l'individuazione degli squilibri in un dosha, corrispondente alla diagnosi, conducono a trovare i rimedi per ristabilirne lo stato di equilibrio individuale (prakriti) e quindi la guarigione. Le principali cause di squilibrio dei dosha sono tre:
il prajna-aparadha, ovvero l'errore dell'intelletto che si concretizza nel ripetere azioni, tenere atteggiamenti che, pur sapendo intrinsecamente sbagliati, vengono perpetuati in nome di desideri o pulsioni materiali;
il kala-parinama, ovvero le oscillazioni dei dosha all'interno del giorno, delle stagioni e della vita;
l'asatmyendriyartha-samyoga, ovvero l'errato uso dei sensi, intendendo con questo un uso improprio in eccesso o difetto dei sensi.

Terapie ayurvediche

Per terapie ayurvediche si intendono tutte quelle tecniche volte a riequilibrare l'equilibrio dei dosha, lavorando quindi sullo stato di vikriti al fine di ripristinare la prakriti dell'individuo. Alle diverse sostanze da assumere, l'ayurveda affianca esercizi differenti secondo lo stato di salute, tipicamente posizioni yoga e tecniche di respirazione profonda.

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


L'Ayurveda - Come si pratica, la storia e le origini


Già nel IV millenio a.C. l’Ayurveda è utilizzata come medicina tradizionale in India ed è diffusa più della medicina occidentale. Il termine Ayurveda è composto da “ayu” traducibile come “vita” ossia una combinazione di quattro elementi: il corpo, gli organi dei sensi, la mente e l’anima; e “veda” che significa “conoscenza”. Il tutto esprimibil
e come “scienza della vita”. Compare per la prima volta nel Charaka Samhita, un trattato risalente al 1000 a.C. circa scritto sotto il regno dell'imperatore Kanishka in cui sono riportati 500 principi medicinali. La definizione completa viene esposta così: "Si definisce Ayurveda la scienza che descrive gli stati della vita vantaggiosi e quelli sfavorevoli, insieme a ciò che è buono e ciò che è nocivo per la vita, che tratta della lunghezza della vita e della vita stessa”. Nel Charaka Samhita viene decritta l’origine di questa scienza e si narra che quando sulla terra comparvero le malattie a rendere difficile il corso della vita di ogni essere vivente.


Così un gruppo di saggi provenienti da ogni angolo della terra, mossi da compassione per tutte le creature, si riunirono in un luogo propizio ai piedi della catena himalayana per studiare un rimedio. Insieme entrarono in meditazione e ricevettero l’aiuto di Indra, il Signore degli Dei, che li avrebbe lasciato la conoscenza per poter contrastare le malattie. Tutti decisero di inviare Bharadvaja, al cospetto di Indra per imparare l’Ayurveda. Al suo ritorno Bharadvaja tramandò il suo sapere sull’Ayurveda ad Atreya il quale ebbe sei discepoli. Ognuno di essi scrisse un trattato di Ayurveda. La maggior parte di quei trattati è andata perduta. Solo una parte dell’opera di Agnivesa giunse fino ai giorni nostri sotto il nome di “Charaka Samhita”. Attualmente è inserita, dall’Unione Europea e dalla maggior parte degli Stati membri, tra le medicine non convenzionali la cui somministrazione è consentita previa autorizzazione da parte di medici qualificati. L’Ayurveda è una scienza che si prefigge di raggiungere il benessere psicofisico spirituale globale. Quindi curare chi è malato e cercare di mantenere in salute le persone normali. I principali elementi su cui sui basa l’Ayurveda sono, in genere: minerali, metalli purificati e combinati con acidi fulvici ed erbe, in forma di polveri, pastiglie, infusi etc. Ogni medicinale ha delle specifiche modalità di utilizzo, affiché possa agire con la massima efficacia. L’Ayurveda sostiene che il corpo fisico è pervaso da tre “dosha” o energie vitali in varie proporzioni. Questi possono determinare sia uno stato di benessere che di malattia dell'individuo derivante dal loro stato di equilibrio o squilibrio rispetto alla costituzione individuale definita con la parola “prakriti”. Ogni dosha è costituito da due elementi chiamati “panca-mahabhutani” ed ha determinate qualità le cosidette “guna” che li caratterizzano. Individuare tali squilibri, ovvero effettuare la “diagnosi”, aiuta a trovare i rimedi per ristabilire lo stato di salute più equilibrato che conduce infine alla guarigione. Insieme alle diverse sostanze da assumere, l’Ayurveda si appogia, a secondo dei differenti stati di salute, ad altri esercizi, come le tipiche posizioni yoga coadiuvate da tecniche di respirazione profonda.




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