21/04/19

Ayahuasca, una droga sciamanica dalle mille virtù


Ayahuasca è il termine più comune per riferirsi a un mix vegetale in forma liquida, che viene assunto come bevanda, tradizionalmente preparata dagli sciamani o curanderi indigeni per i riti di visione e di comunicazione con il divino. Questa bevanda viene prodotta miscelando in un decotto diverse piante, principalmente le liane polverizzate di Banisteriopsis caapi e le foglie di Psychotria viridis. Le due piante hanno differenti principi attivi: la psychotria viridis contiene un alto contenuto di alcaloidi psicoattivi, in particolare di dimetiltriptamina (DMT), mentre la Banisteriopsis caapi contiene alcaloidi armalinici simili a quelli della ruta siriana.
UNA DROGA CURATIVA CON SECOLI DI STORIA. Ayahuasca significa “liana che porta nel luogo dei morti”, visto che i popoli quechua credevano – e credono – che quando si è sotto l’effetto dell’ayahuasca si possano avere visioni e percezioni del mondo abitato dagli spiriti degli antenati. Uscendo dal linguaggio mistico-tradizionale, quel che si può affermare sull’ayahuasca è che si tratta di un decotto che garantisce sensazioni simili all’LSD, ma che vengono definite maggiormente intense ed esperienziali. Al punto che in ambito sciamanico è da sempre considerata come una sostanza dallo scopo curativo ed olistico, destinato a potenziare l’educazione emozionale, la capacità di prendere decisioni e per curare malesseri di gruppo o individuali. Dal punto di vista chimico l’ayahuasca non è infatti un narcotico, visto che il suo componente principale è la DMT, medesima sostanza prodotta nel cervello umano dalla ghiandola pineale ogni notte, durante la fase REM del sonno.
DALL’AMAZZONIA FINO ALLE CAPITALI EUROPEE. L’antropologia ha documentato il consumo di ayahuasca come medicina olistica tradizionale in 76 gruppi etnici attuali distribuiti in Perù, Ecuador, Brasile, Colombia, Bolivia, Argentina, Venezuela e Uruguay. In tempi recenti l’ayahuasca è diventata parte costitutiva dei rituali di diverse dottrine religiose sincretiste, diffuse principalmente in Brasile, quali il Santo Daime, l’União do Vegetal ed il Barquinia. Negli ultimi decenni il suo utilizzo si è poi progressivamente affermato anche nelle aree urbane ed ha oltrepassato i confini del continente latino americano. Mantenendo però la caratteristica di essere utilizzata come sostanza rituale, solitamente in modo collettivo e sotto la guida di un esperto conoscitore, se non un vero e proprio sciamano. Anche in Europa, dove a partire dagli anni ’90 il suo utilizzo è stato importato, fino alla fondazione della “Comunità internazionale ayahuasca” e della “Scuola europea ayahuasquera”, oggi attive in tutto il vecchio continente, Italia compresa, con conferenze e riunioni spirituali.
UNO STATUS GIURIDICO CONTROVERSO. In Brasile il decotto di ayahuasca è diventato esplicitamente legale per usi religiosi nel 1986. In Europa lo status legale dell’ayahuasca è invece molto più controverso. In Italia la DMT è inserita in tabella I dell’elenco delle sostanze stupefacenti tuttavia, nel 2012, il processo per possesso e cessione di ayahuasca nei confronti di un membro del Santo Daime, si è concluso con un’assoluzione dell’imputato. Mentre altre sentenze assolutorie nei confronti degli usi religiosi dell’ayahuasca si sono verificate in Olanda e in Spagna, dove il fondatore della Scuola europea ayahuasquera, Alberto Varela, è stato prima arrestarlo con l’accusa di traffico di droga e attentato alla salute pubblica, e poi assolto dopo 12 mesi di carcerazione preventiva. Attualmente l’unico Paese al mondo ad aver esplicitamente proibito l’ayahuasca e tutti i componenti conosciuti per la sua preparazione è la Francia.
ANCHE LA PSICOTERAPIA SCOPRE LE SUE PROPRIETÀ. Questo contorto quadro giuridico non ha fortunatamente impedito lo studio approfondito, anche dal punto di vista clinico, delle possibili proprietà mediche e psicoterapeutiche dell’ayahuasca. In uno studio condotto all’interno di un gruppo di praticanti della chiesa brasiliana União do Vegetal l’ayahuasca si è mostrata efficace nel trattamento dell’alcolismo e della dipendenza indotta dall’abuso di sostanze stupefacenti. Inoltre secondo alcuni studi l’ayahuasca potrebbe essere utile per il trattamento dei disturbi mentali nei quali si sospetta un deficit del metabolismo della serotonina, come depressione, autismo, schizofrenia, sindrome da deficit di attenzione e iperattività. Mentre l’armina (contenuta nella Banisteriopsis caapi con la quale viene preparata) possiede proprietà anti-parassitarie che potrebbero farne ipotizzare l’uso nella profilassi della malaria e di varie altre parassitosi.
Autore: Andrea Legni
Fonte: dolcevitaonline.it

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