30/08/18

Your opinion, Vittorio Zanini


Per colpa dei social le persone si stanno sempre più imbruttendo. Ho notato che in tanti pubblicando cose che piacciono alla massa, anziché a se stessi come facevano prima, perché in questo modo vengono accettati dal gregge. A me sinceramente della vostra opinione su quello che pubblico non me ne frega niente.

Vittorio Zanini

Non sopporto le persone fedeli, Vittorio Zanini


Non sopporto le persone fedeli. Non siamo dei cani.

Vittorio Zanini

29/08/18

Paulo Coelho, Decalogo del viaggiatore


Sin da molto giovane ho scoperto che viaggiare era per me il miglior modo per imparare. Ancora oggi continuo ad avere quest' animo da pellegrino. Ecco alcune delle lezioni che ho imparato. Spero siano utili ad altri pellegrini come me.
1) Evitate i musei. Il consiglio può sembrare assurdo, ma riflettiamo un po' insieme: se vi trovate in una città straniera, non è molto più interessante andare a cercare il presente invece del passato? Le persone si sentono obbligate a visitare i musei perché hanno imparato da piccole che viaggiare significa cercare questo tipo di cultura. E' chiaro che i musei sono importanti, ma richiedono tempo e oggettività; dovete sapere cosa volete vedere o uscirete con l'impressione di aver visto una quantità di cose fondamentali per la vostra vita, ma che non ricordate.
2) Frequentate i bar. Qui, al contrario dei musei, si manifesta la vita della città. I bar non sono discoteche, ma luoghi dove la gente va a prendere qualcosa, pensa al tempo ed è sempre disposta a fare una chiacchierata. Comprate un giornale e lasciatevi stare a contemplare il viavai. Se qualcuno attacca bottone, per quanto stupido vi sembri, dategli retta: non si può giudicare la bellezza di una strada guardandola soltanto dall' inizio.
3) Siate disponibili. La miglior guida turistica è qualcuno che abita nel posto, conosce tutto, è orgoglioso della sua città, ma non lavora in un' agenzia. Uscite per strada, scegliete una persona con cui volete conversare e chiedete informazioni (dov'è la cattedrale? dov' è l'ufficio postale?). Se non otterrete alcun risultato, tentate con un' altra persona: vi garantisco che alla fine della giornata troverete un'ottima compagnia.
4) Cercate di viaggiare da soli o, se siete sposati, con il vostro coniuge. Sarà più faticoso, nessuno si occuperà di voi, ma soltanto in questo modo potrete realmente uscire dal vostro Paese. I viaggi di gruppo sono un modo mascherato di stare in una terra straniera parlando la propria lingua, ubbidendo al capo gruppo, preoccupandovi più dei pettegolezzi del gruppo che del posto che state visitando.
5) Non fate paragoni. Non paragonate niente, né prezzi, né pulizia, né qualità di vita, né mezzi di trasporto, niente. Non state viaggiando per dimostrare che vivete meglio degli altri. In realtà, la vostra ricerca è sapere come vivono gli altri, cosa possono insegnarvi, come affrontano la realtà e lo straordinario della vita.
6) Fate come se tutto il mondo vi capisse. Anche se non parlate la lingua, non abbiate paura: sono già stato in molti luoghi dove non c'era modo di comunicare tramite le parole e ho sempre trovato appoggio, orientamento, suggerimenti importanti e anche fidanzate. Alcune persone credono che se viaggiano da sole usciranno per strada e si perderanno per sempre. Basta avere il biglietto da visita dell'albergo e in una situazione estrema prendere il taxi e farlo vedere al tassista.
7) Non acquistate troppe cose. Spendete soldi per cose che non dovete portarvi appresso: buoni programmi teatrali, ristoranti, passeggiate. Oggigiorno, con il mercato globale e Internet, potete avere di tutto senza dover pagare eccesso di peso.
8) Non tentate di vedere il mondo in un mese. E' meglio rimanere in una città quattro o cinque giorni che visitare cinque città in una settimana. Una città è come una donna capricciosa, ha bisogno di tempo per essere sedotta e mostrarsi completamente.
9) Un viaggio è un' avventura. Henry Miller diceva che è molto più importante scoprire una chiesa di cui nessuno ha mai sentito parlare che andare a Roma e sentirsi obbligati a visitare la Cappella Sistina, con altri 200 mila turisti che vi gridano nelle orecchie. Andate pure a visitare la Cappella Sistina, ma lasciatevi vagare tra le vie e le viuzze, sentendo la libertà di cercare qualcosa che non si sa cosa sia, ma che certamente troverete e che cambierà la vostra vita.
Paulo Coelho, Decalogo del viaggiatore

27/08/18

Sahara occidentale, Boujdour, Fotografie di Vittorio Zanini


Boujdour (dal francese; in spagnoloBojador; in araboبو جدور‎; in berberoⴱⵓⵊⴷⵓⵔBujdur) è una città del Sahara Occidentale situata nei pressi dell'omonimo Capo Bojador.
La città è anche conosciuta come Bu JaydurBujdur e Cabo Bojador.

        Sahara occidentale 2008 - Fotografie di Vittorio Zanini

                                                Boujdour









☼ ✫☾❧

Boujdour
comune
بو جدور
ⴱⵓⵊⴷⵓⵔ
Boujdour – Veduta
Localizzazione
StatoMarocco Marocco
   Sahara Occidentale Sahara Occidentale
RegioneLaâyoune-Sakia El Hamra
ProvinciaBoujdour
Territorio
Coordinate26°07′59″N 14°28′01″W
Altitudinem s.l.m.
Abitanti36 843 (2004)
Altre informazioni
Fuso orarioUTC+0
Cartografia
Mappa di localizzazione: Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi
Boujdour
Boujdour

La localizzazione

È a circa 180 chilometri a sud ovest di Laayoune sulla costa atlantica[1] lungo la strada nazionale 1 che collega il Marocco alla Mauritania in un percorso spesso costiero. Si può definire come la città di frontiera fra le regioni principali del Sahara Occidentale, non appartenendo ne al Río de Oro ne a Saguia el Hamra (Canele Rosso).
Ha come coordinate 26° 07' 37" di latitudine nord e 14° 29' 03″di longitudine ovest[2] ed è a livello del mare[3].

Demografia recente

Boujdour ha 41.178 abitanti (stima 2006)[4].
Tabella abitanti:
AnnoAbitanti
1994 (censimento)15.167
1999 (stima)25.000
2004 (censimento)36.843
2006 (stima)41.178

La sua storia

La sua storia come città è recente. Prima del 1976[5] era un villaggio di pescatori costruito intorno al faro del pericoloso Capo Bojador. Pertanto, come città non ha legami con la colonizzazione spagnola.
È nata durante la fase di decolonizzazione ed è cresciuta nella fase della occupazione marocchina. La città è praticamente emersa dal deserto, ed è cresciuta intorno al nuovo porto.
Nel 1976, l'aridità della zona suggerì di costruire un impianto di desalinizzazione per procedere all'inurbamento, successivamente intorno alla città sono state trovate acque sotterranee utilizzabili per far crescere ulteriormente la città.
Aumentata di abitanti è diventata capoluogo della sua provincia.
La crescita, sia demografica sia economica, è stata programmata con due progetti: Al Aouda e Al Wahda.

Economia

Una delle attività importanti della città è l'economia legata alla pesca, in una zona pescosissima si sono insediati numerosi pescatori che praticano localmente l'attività in concorrenza e completamento con i pescherecci stranieri, prevalentemente europei che godono delle concessioni di pesca. Su questo punto c'è una forte critica ed opposizione da parte della Repubblica Democratica Araba dei Sahraui, che ritiene illegali gli accordi con la Comunità Europea stretti dal Marocco.

Monumenti e luoghi d'interesse

Particolarmente suggestiva è la strada costiera, la corniche, che viene considerata una delle più belle zone panoramiche della costa atlantica di questo territorio.

I campi per rifugiati a Tindouf

Una Daira della Wilaya di Dakhla porta il nome di Bojador. Dakhla è uno dei quattro campi per rifugiati Saharawi a sud est di Tindouf.

I gemellaggi[

Note

Altri progetti

Marocco, Tarfaia, Fotografie di Vittorio Zanini


Tarfaya (in araboطرفاية‎, Ṭarfāya; in berberoⵟⴰⵔⴼⴰⵢⴰ) è una città, in precedenza chiamata Villa Bens durante la dominazione spagnola, capoluogo della provincia omonima, nella regione di Laâyoune-Sakia El Hamra al sud-ovest del Marocco.[1] Si tratta di una città portuale sulla costa atlantica, nei pressi di Capo Juby, sita a 890 km sud-ovest di Rabat. Secondo il censimento del 2004, Tarfaya ha una popolazione di 5.615 abitanti, la più bassa di tutte le municipalità della regione, ma è l'unica al di fuori del disputato Sahara occidentale.[2]
Negli anni 1920, la compagnia aerea francese Aéropostale vi costruì un aeroporto. Oggi in quel luogo è stato elevato un piccolo monumento in onore della società, dei suoi piloti e dell'aviatore francese Antoine de Saint-Exupéry in particolare. Questi era stato direttore dell'aeroporto e prima pilota della compagnia postale.

                   Marocco 2008 - Fotografie di Vittorio Zanini

                                                 Tarfaia



















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Tarfaya
comune
طرفاية
ⵟⴰⵔⴼⴰⵢⴰ
Tarfaya – Veduta
Tarfaya vista dalle dune.
Localizzazione
StatoMarocco Marocco
RegioneLaâyoune-Sakia El Hamra
ProvinciaTarfaya
Territorio
Coordinate27°56′22″N 12°55′34″W
Altitudinem s.l.m.
Abitanti5 615 (2004)
Altre informazioni
Cod. postale70050
Fuso orarioUTC+0
Cartografia
Mappa di localizzazione: Marocco
Tarfaya
Tarfaya
Sito istituzionale

Storia

Tarfaya venne occupata dai britannici nel 1882, quando costruirono la Casa del Mar.[3] L'edificio è oggi in stato di completo abbandono. Le tribù Sahrawi sollecitarono l'intervento del Sultano Hasan I che nel 1885 acquistò l'edificio. Nel 1912, il territorio di Tarfaya, al tempo chiamato Capo Juby, venne occupato dagli spagnoli come appartenente al Sahara spagnolo. La grande regione di Capo Juby e Tarfaya vennero poi annessi al Marocco nel 1958.

Naufragio della Assalama

Agli inizi del 2008, venne istituito un collegamento marittimo fra Tarfaya e Puerto del Rosario. il traghetto Assalama, gestito dalla compagnia Naviera Armas, effettuava il collegamento con cadenza trisettimanale. Era il primo servizio che collegava le isole Canariealla costa africana.
Il collegamento venne poi interrotto, a seguito di un incidente accaduto il 30 aprile 2008, durante una manovra nel porto. Il traghetto colpì un banco di sabbia e poi si arenò in acque poco profonde vicino a Tarfaya.[4]
La nave era a circa otto chilometri dalla costa, quando alte ondate si riversarono sul suo ponte e spinsero il natante verso riva. I passeggeri e l'equipaggio furono evacuati con successo dai pescatori di Tarfaya[5][6][7] dato che il traghetto aveva solo due scialuppe obsolete per 113 passeggeri. Circa 80.000 litri di olio combustibile sparso dalla nave, arrecarono notevoli danni all'industria della pesca locale.

Aéropostale

Il collegamento aereo postale di Tarfaya tramite la compagnia Aéropostale iniziò nel 1927. Il corriere aereo, con base a Tolosa, fu fondato dall'industriale francese Pierre-Georges Latécoère, che decise di realizzare un collegamento fra la Francia e le sue colonie in Africa. Latécoère credeva fermamente nel futuro dell'aviazione come mezzo di trasporto e comunicazione fra i popoli.
Il vicino aeroporto di Capo Juby fu un'importante base di rifornimento e sosta per Aéropostale. L'aviatore Antoine de Saint-Exupéry venne nominato direttore dell'aeroporto nel 1927. Vi rimase per 18 mesi, durante i quali dovette negoziare il rilascio di suoi piloti fatti prigionieri dalle tribù Moors, come scrisse nel suo primo romanzo Southern Mail.
Il 28 settembre 2004 è stato aperto un museo in memoria di Aéropostale, Saint-Exupéry ed i suoi piloti, con il supporto della città di Tolosa e del costruttore aeronautico francese Airbus. Il museo è stato inaugurato dal giornalista Bernard Chabbert, il cui padre fece anche parte della storia di Aéropostale.

Servizi aerei

La città dispone ancora di un aeroporto il cui codice IATA è TFY.

Galleria d'immagini

Note

  1. ^ World Gazetteer website Archiviato il 13 maggio 2012 in Internet Archive.
  2. ^ Da hcp.ma
  3. ^ (FRBreve storia di Tarfaya Archiviato il 2 aprile 2012 in Internet Archive.
  4. ^ Maritime Industry News: Assalama (Panama), in Lloyd's List Daily Commercial News, Informa Australia Pty Ltd, 29 maggio 2008, pp. 23.
  5. ^ Da oekosozial.org Archiviato il 6 novembre 2013 in Internet Archive.
  6. ^ Da funkoffizier.wordpress.com
  7. ^ Da canarias7.es

Bibliografia

Altri progetti